Sciopero dei benzinai in vista. Salvo contrordini, l’intera giornata del 17 luglio sarà impossibile effettuare rifornimento lungo la rete stradale. All’origine della protesta c’è la contrarietà alla disposizione contenuta nel Decreto Crescita in cui si prevede l’obbligo di trasmettere telematicamente gli scontrini (per la precisione i dati relativi ai corrispettivi giornalieri dei commercianti al minuto e assimilati) all’Agenzia delle Entrate entro 12 giorni dall’emissione del documento. A dire il vero, almeno nel primo semestre di obbligo (vale a dire dal 1° luglio 2019 per i soggetti con volume di affari superiore a euro 400.000 e dal 1° gennaio 2020 per gli altri soggetti) non dovrebbero essere applicate sanzioni, almeno se la trasmissione telematica è effettuata entro il mese successivo a quello dell’operazione. Ma Giuseppe Sperduto, presidente della Faib Confesercenti di Roma e vice presidente nazionale, si lamenta in particolare che «il decreto Crescita non accoglie le richieste di rinvio al 1° gennaio 2020 e impone da subito la memorizzazione dei corrispettivi, nonché la trasmissione degli stessi del mese luglio, entro il mese di agosto». In più, ha sottolineato che «i costruttori dei registratori di cassa telematici non consegnano le macchine» e che quindi «la grande totalità dei nostri operatori carburanti sarà costretta ad attuare una norma che non considera che il fatturato dei gestori carburanti è viziato e determinato dal peso preponderante delle accise».
«In altre parole – spiega Sperduto – anche un punto vendita marginale, con un venduto di 400 mila litri l’anno, che sviluppa un volume d’affari di circa 600 mila euro, per una norma assurda, con solo l’1% di fatturato derivante dalla vendita dei piccoli prodotti per l’auto, ovvero 6 mila euro l’anno – 500 euro al mese lordi – si trova a essere equiparato ad attività che fatturano più di 400 mila euro».
Altri rilievi critici riguardano gli oneri della fattura elettronica, che secondo i calcoli dei gestori ammonterebbe a oltre 10 milioni di euro, tutti caricati sulle loro spalle. Un gravame giudicato troppo pesante per un’attività che, sempre secondo Faib, garantisce ai gestori un margine di circa il 2%.