L’agricoltura italiana lancia un grido d’allarme: nel 2018 il volume delle merci esportate è crollato di ben il 12% A sostenerlo è la Coldiretti che, per trovare una ragione a questa contrazione, punta il dito sul trasporto merci. Ieri, il presidente dell’Associazione, Ettore Prandini, lo ha detto a chiare lettere al Tg2, spiegando che «altri Paesi più organizzati di noi sul trasporto merci arrivano prima: sul prodotto deperibile vince chi arriva prima, ancor prima della qualità. Il vero investimento l’Italia lo deve fare nel trasporto merci».
Un’affermazione radicale, forse eccessiva (nel senso che da sempre un altro grande limite del nostro export agro-alimentare è quello di non riuscire a fare rete e di presentarsi sui mercati esteri in ordine sparso, senza un unico marchio nazionale), ma in fondo positiva per il trasporto merci, in quanto gli riconosce quel ruolo e quella funzione che spesso la politica e più in generale l’opinione pubblica si dimentica. In pratica è l’ammissione che senza il trasporto o, meglio, con un trasporto poco efficiente l’economia arretra inesorabilmente. Un attestato di importanza che può aiutare ad attiare attenzione.