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Stop del Parlamento alla candidata rumena ai Trasporti: «È in conflitto di interessi»

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Rovana Plumb, la commissaria rumena ai Trasporti pronta a entrare nella Commissione presieduta da Ursula von der Leyen si è fermata sulla porta. La commissione Giuridica del Parlamento europeo ha considerato la sua posizione e quella dell’ungherese Laszlo Trocsanyi, in una condizione di conflitto di interessi e quindi incompatibili alla carica che avrebbero dovuto ricoprire dal prossimo 1° novembre. La cosa è quanto mai atipica, nel senso che i candidati commissari prima della nomina devono passare al vaglio del Parlamento e sottoporsi alle audizioni parlamentari, in cui genericamente viene valutata la loro competenza a gestire i dossier che saranno loro assegnati. Prima ancora però la commissione Giuridica valuta eventuali problematiche relative ad altre questioni personali. Rispetto alla candidata commissaria ai Trasporti i problemi emersi sarebbero due: innanzi tutto, esisterebbero due prestiti da mezzo milione di euro l’uno che Plumb non ha dichiarato al parlamento e che si ipotizza possano essere stati usati come fondi neri per la compagna elettorale; inoltre, ci sarebbero incongruenze tra la dichiarazione finanziaria presentata a Bruxelles e quella invece depositata in patria. Senza considerare che sulla testa della stessa Plumb ci sarebbero anche accuse di corruzione, per le quali non ha mai risposto perché il parlamento rumeno non ha concesso l’autorizzazione a procedere. 

Per ora sono arrivate le proteste di Budapest rispetto al mancato nulla osta al candidato commissario Trocsanyi, mentre da Bucarest tutto tace. È certo comunque che dietro questa vicenda, che peraltro coinvolge due rappresentanti di governi membri del patto di Visegrad, ci siano anche implicazioni di natura politica. 

A questo punto la nomina dei due commissari si arresta e lunedì il presidente del Parlamento, David Sassoli, invierà una richiesta a Ursula von der Leyden per sapere come intende muoversi. Una scappatoia possibile potrebbe essere quella di spostare altrove i due candidati commissari, ma appare sicuramente improbabile che la commissione Giuridica possa accontentarsi. Più facile che Ungheria e Romania siano costretti a cercare dei sostituti in tutta fretta. Sempre che poi il Parlamento li accetti…

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