Per le aziende di autotrasporto adottare strategie conformi ai criteri ESG non è più solo una scelta etica, ma un’opportunità per ottenere accesso al credito e mantenere competitività. Gli istituti bancari stanno modificando i propri criteri di concessione del credito integrando gli standard ESG nei processi decisionali, creando condizioni economiche favorevoli a chi decide di abbracciare politiche «green».
Ma in che modo un istituto valuta il trattamento da riservare a un autotrasportatore in base al proprio livello di sostenibilità? E chi non possiede una certificazione ESG, come viene trattato? Abbiamo chiesto a Fabrizio Previdi, Brand Director della finanziaria Scania Financial Services, di aiutarci a comprendere meglio queste dinamiche.
«Innanzitutto c’è da considerare il contesto normativo», spiega Previdi. «La Banca d’Italia, che in questo caso funge da soggetto regolatore, ha introdotto l’obbligo per banche, finanziarie, captive e altri intermediari di integrare gli indicatori ambientali, sociali e di buona governance nella concessione del credito e nella valutazione del portafoglio clienti, sia di quelli esistenti che dei prospect. Da qui non si scappa: l’intero mercato si sta orientando verso questa direzione, senza alternative. Tutte le istituzioni che erogano denaro devono adeguarsi».
Ma se la direzione è chiara, lo è anche il percorso per uniformarsi. «Abbiamo un piano approvato dal nostro Consiglio di amministrazione – continua Previdi – in cui abbiamo deciso di svolgere, tramite fornitore terzo, un’analisi approfondita del nostro portafoglio clienti, basata su voci di bilancio, certificazioni e altre informazioni rilevanti. L’obiettivo è di ottenere una valutazione di quanto i nostri clienti siano ESG compliant. Il passo seguente sarà integrare il rating ESG nelle politiche commerciali e di credito. Attualmente, siamo in una fase embrionale, ma entro fine 2025 l’obiettivo è di utilizzare questo rating come parametro per la valutazione e la quotazione dei clienti».
Seguendo tale flusso, quindi, le aziende di autotrasporto con punteggio elevato di adesione agli obiettivi ESG potranno accedere ad agevolazioni finanziarie e crediti a condizioni vantaggiose, mentre un’azienda lontana dai criteri ESG (magari con flotta obsoleta) potrebbe vedersi negare finanziamenti o ottenere condizioni più restrittive.
«Questo sarà l’ultimo step della catena», aggiunge Previdi. «È chiaro che i trasportatori che utilizzano prodotti efficienti e sostenibili, come per esempio la gamma di veicoli Super di Scania, partono avvantaggiati. Ma ipotizziamo di avere a che fare con una società non legata al trasporto, magari che opera in conto proprio e con elevato impatto ambientale: in quel caso le nostre policy di credito potrebbero diventare molto più rigide in futuro».
