Una strategia chiara per l’up-grade tecnologico della logistica. È questo secondo Olga Landolfi, Segretario generale di TTS Italia, il gap che l’Italia dovrebbe colmare, indicando la direzione alle aziende per lo sviluppo dei servizi. Sì, perché anche tecnologicamente parlando, anche sul lato delle merci, sono i servizi l’obiettivo principale, che vanno sviluppati e supportati con l’innovazione e lo scambio dei dati.
Ecco perché la storica associazione che riunisce i maggiori produttori di tecnologia per i trasporti ha siglato un accordo con l’Open Logistics Foundation che in Germania lavora proprio per costruire modelli open di tecnologie al servizio della logistica.
Avete sottoscritto un accordo con Open Logistics Foundation. Quali sono gli obiettivi?
Abbiamo lavorato in collaborazione con il nostro socio Fit Consulting che ha aperto la strada verso la Fondazione tedesca che ha sposato un concetto molto condivisibile, ovvero quello di superare le logiche proprietarie anche nel trasporto delle merci, liberando di fatto le aziende da software proprietari e permettendo una maggiore condivisione di dati. Abbiamo visto che ora il nuovo trend è quello di creare sistemi open e legarli all’evoluzione costante delle tecnologie.

In che modo collaborerete con la Fondazione?
Abbiamo intenzione di fare soprattutto informazione tra i nostri soci. Abbiamo in programma alcuni webinar sul tema per mettere nelle condizioni le aziende di fare le scelte migliori per il loro business. Occorre cambiare il modo di progettare l’innovazione: l’attenzione deve anche qui essere diretta allo sviluppo di servizi supportati dalla tecnologia.
La logica del MaaS applicata alla logistica?
Certo. Dobbiamo considerare i trasporti come un servizio per il cittadino e per un’azienda e concentrare l’attenzione alla finalità del servizio per pianificare il tutto e associare la tecnologia avanzata.
Nella logistica però l’impressione è che le aziende non sappiano bene come orientarsi. Tra l’altro anche il bando ministeriale tarda ad arrivare…
Dobbiamo ammettere che ancora non si è creata una cultura in questo settore. Soffriamo l’assenza di una visione politica che possa dare la direzione alla logistica, anche dal punto di vista dalle tecnologie. L’ultimo Piano nazionale, strumento di programmazione della mobilità, risale a 25 anni fa. Nell’ultimo allegato Infrastrutture del DEF non si accenna a pianificare l’up-grade tecnologico del settore e non vengono stanziate risorse. Come TTS Italia crediamo che vada superato tutto questo anche con il coinvolgimento di chi mette in atto le politiche per il settore.
La Spagna ha fatt o un bando almeno un anno fa per riparti re i fondi del PNRR desti nati alla digitalizzazione della logisti ca. Si tratt a anche di una questi one di competi ti vità, non crede?
Ecco perché dico che serve una visione politica che indichi al settore verso quale direzione andare. Se c’è una strategia chiara, confortata da fondi a sostegno dello sviluppo, allora le aziende sono pronte a seguire le indicazioni e portare benefici al sistema.


