Cresce la domanda di servizi green, ma come misurarli? Lo abbiamo chiesto a Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano. “Tecnologia e collaborazione di filiera – spiega – per misurare l’impatto ambientale dei servizi offerti e avere dati sempre più puntuali e di dettaglio per gestire al meglio la transizione energetica”.
Come è possibile misurare l’impatto ambientale dei servizi offerti?
La transizione green è efficace solo se accompagnata da una misurazione dell’effettivo impatto ambientale. Per fare questo, viene a supporto tutto il tema della transizione digitale, in cui soluzioni software come i TMS avanzati, sempre più performanti aiutano ad ottenere un dato puntuale, la sua corretta gestione e allocazione, anche nel dettaglio, come per esempio per l’impatto ambientale dei mezzi utilizzati. Un secondo aspetto cruciale è l’importanza della collaborazione tra le diverse parti della filiera per garantire quella che è la trasparenza, chiarezza e visibilità dei dati stessi.
Le soluzioni a disposizione per la transizione ambientale sono spesso complesse e rischiano di aumentare l’incertezza e la confusione. Come è possibile intervenire?
In primis occorre lavorare sulla chiarezza delle soluzioni tra fonti di energia e tipo di alimentazione dei veicoli. C’è bisogno di far comprendere che attualmente le soluzioni non sono tutte allo stesso stadio di sviluppo e di adozione da parte degli utenti. Il che vuol dire che non c’è una sola soluzione, ma bisogna attingere dalle varie a disposizione, tenendo in considerazione lo sviluppo che le sta caratterizzando. Altro aspetto da tenere in considerazione è ancora una volta la collaborazione di filiera che deve essere un tema chiave in questo momento di transizione.