L’export italiano che utilizza il cargo aereo in partenza da Malpensa ha raggiunto un valore di 57,7 miliardi, il 4,6% del totale italiano. È uno dei dati più significativi che emerge dal Quaderno 33, uno studio del Freight Leaders Council che analizza le dinamiche della nuova logistica in tre nuove frontiere: cargo aereo, droni e spazio, mettendo a fuoco il ruolo che l’Italia può assumere in questo scenario.
Il cargo aereo
La prima parte del Quaderno è dedicata all’evoluzione del cargo aereo, settore che sta vivendo una trasformazione strutturale spinta dall’e-commerce, dai servizi premium urgenti e dalla crescente concentrazione delle attività su pochi hub efficienti. L’analisi approfondisce modelli operativi, esigenze infrastrutturali, interoperabilità dei dati e implicazioni regolatorie, evidenziando come la capacità di attrarre traffici e operatori dipenda sempre più dalla qualità dei processi a terra. L’85% del traffico cargo nazionale si concentra su Malpensa e Fiumicino. In particolare a Malpensa il traffico merci raggiunge circail 60/62% del totale circa nazionale con 731.641 ton nel 2024, mentre a Fiumicino la quota è del 20% con 271.580 ton nello scorso anno. Una piccola quota riguarda anche Brescia-Montichiari con il 3% del totale nazionale.
La ripartizione per merce dello scalo milanese vede come protagonisti la moda (15%), l’arredamento (17%) e la meccanica (7,5%), con anche percentuali rilevanti per il biomedicale.
Complessivamente il traffico cargo aereo in Italia raggiunge le 1,25 mln/ton nel 2024 (+15% rispetto al 2023), posizionandosi al quinto posto in Europa (+19,5% nelle tracce aeree rispetto al 2024). Il report ricorda anche che il traffico cargo mondiale è arrivato a 69 mln/ton sempre nel 2024 (+11,3% rispetto al 2023).
Dal punto di vista della sostenibilità, infine, la IATA (Associazione internazionale del trasporto aereo) si propone di arrivare entro il 2050 a utilizzare per il 44% il Sustainable Aviation Fuel, il carburante sostenibile per l’aviazione, nella decarbonizzazione del settore e per la riduzione delle emissioni di CO2.
I droni per uso logistico
La seconda sezione del Quaderno esplora lo sviluppo dei droni per usi logistici, con un’attenzione specifica al quadro U-space europeo, ai requisiti di integrazione nello spazio aereo e ai possibili impieghi per consegne urbane, ispezioni e servizi di prossimità. L’analisi esamina i casi d’uso più maturi, il livello di readiness tecnologica delle soluzioni e le condizioni per abilitazione operativa: standard digitali, procedure semplificate, coordinamento tra autorità e operatori.
Il mercato professionale dei droni in Italia nel 2024 raggiunge i 160 milioni di euro, con il +10% anno su anno e circa il 4% sul settore Innovative Air Mobility & Delivery, il comparto emergente che utilizza i droni per il trasporto di merci e passeggeri. Attualmente sono attive 3 Sandbox Enac (l’ambiente di prova sperimentale per droni in area controllata) nel progetto U-Space: Torino, Padova e Roma. Il potenziale di riduzione delle emissioni con l’utilizzo dei droni rispetto ai veicoli tradizionali è dell’80%. La rete europea vede al momento 51 partner con 15 siti pilota e 10.000 operatori registrati.
La logistica spaziale
La terza parte affronta le prospettive della space logistics, un dominio emergente che include servizi orbitanti, infrastrutture satellitari, micro-lanciatori e tecnologie riutilizzabili. Il report la posiziona come estensione naturale della catena logistica del valore, mettendo in relazione il settore con gli sviluppi industriali europei e con l’ecosistema dell’innovazione nazionale. La logistica orbitale è stimata al 5% del mercato globale della logistica e al 2035 arriverebbe a valere 25/30 miliardi di euro. Anche il mercato spaziale sta accelerando con il +60% di lanci tra il 2020 e il 2024. Dei 6.300 satelliti in orbita l’80% sono commerciali.
la roadmap
Il Quaderno 33 propone infine una roadmap di policy e governance per integrare queste tre dimensioni in un unico quadro strategico:
• semplificazione e armonizzazione regolatoria;
• interoperabilità dei dati e digitalizzazione dei processi;
• sperimentazioni controllate (regulatory sandbox, corridoi U-space);
• investimenti mirati su infrastrutture, ricerca e competenze;
• modelli di collaborazione tra istituzioni, operatori e industria tecnologica.
“Tra un anno ci ritroveremo per misurare l’avanzamento di questo settore strategico – spiega Massimo Marciani, presidente del FLC – Proprio in tale ottica di continuità nasce l’idea di un Osservatorio permanente sulla logistica aerospaziale, che ci consenta di monitorare, orientare e accelerare le scelte. Sta nascendo una logistica fatta di cargo aereo, droni e spazio che può diventare un vantaggio competitivo per il nostro Paese, se guidata da una cornice regolatoria abilitante, procedure digitali interoperabili e una governance coordinata tra istituzioni, autorità e imprese”.


