A cosa serve un camion, lo sanno tutti: a trasportare merci da un punto all’altro di un territorio. Invece, nel volume Bello come un camion – firmato da Deborah Appolloni ed edito da Federservice – le dieci storie che lo compongono ne raccontano la bellezza. Un viaggio, anche e soprattutto fotografico, che spazia dagli Stati Uniti alla Russia fino all’India, con soste in molti paesi europei. Il camion diventa l’unico comune denominatore in progetti che legano insieme mondi lontanissimi: dall’arte alla lirica, dal turismo al folklore, dalla moda al sociale. Così la galleria di racconti e di immagini che si snoda nel volume – tradotto anche in inglese – porta il lettore a esplorare e conoscere realtà molto distanti dal trasporto eppure legate indissolubilmente al camion.
È il caso di Mumo, il museo mobile attrezzato su un camion per girare le periferie della Francia e portare l’arte contemporanea ai bambini. Così come su un camion è stato costruito un vero e proprio hotel itinerante in Portogallo, per i surfisti alla ricerca delle più belle spiagge dell’Algarve e del Marocco. Anche il palcoscenico di OperaCamion è stato allestito su un Tir: il progetto è del Teatro dell’Opera di Roma, che quest’anno, alla terza edizione, ha girato molte piazze italiane con Il Rigoletto. C’è chi ha trasformato il veicolo pesante in opera d’arte: l’Art Truck Project voluto dall’imprenditore spagnolo James Colsa, che ha affidato ad artisti internazionali la decorazione dei suoi mezzi, diventati opere viaggianti sulle strade iberiche. Oppure un camion messo in verticale è l’opera, firmata da Erwim Wurm, che ha incuriosito i visitatori della scorsa biennale di Venezia. Un artista russo di nome Nikita Gobulev usa i camion sporchi per ricavarne graffiti giganteschi che compaiono all’improvviso sulle strade di Mosca per denunciare il livello di inquinamento dell’aria. A Washington i camion della nettezza urbana sono strumenti di sensibilizzazione ambientale, opere realizzate da artisti locali su commissione del Comune, per ricordare l’importanza di un mondo più pulito e sostenibile. Uno sguardo all’India e al Pakistan dove da molti anni i veicoli pesanti portano sulle strade messaggi evocativi della vita e delle convinzioni degli autisti in un turbinio di colori e decorazioni. In Svizzera due fratelli creativi hanno brevettato la trasformazione di vecchi teloni di Tir in borse di moda a marchio Freitag, mentre l’associazione Medici senza Frontiere ha convertito container in ospedali, soluzione necessaria per arrivare in tempo e prestare le prime cure in situazioni critiche, in prossimità dei tanti fronti caldi nel mondo.
Dieci storie che allargano il perimetro di utilizzo del camion, non più solo un mezzo atto a spostare cose. E allora, se è bello ciò che è utile e il camion riesce a essere così variamente utile, se ne deduce che il camion può essere bello all’ennesima potenza, in vario modo e in ambiti completamente diversi. Una bellezza non soltanto versatile, ma spesso irrinunciabile. Una bellezza disponibile che rende possibile affrontare le sfide del vivere collettivo a latitudini decisamente distanti. Una bellezza con cui, a prescindere dai detrattori semplicistici e superficiali, è estremamente facile convivere.
Bello come un camion può essere acquistato sul nostro sito (alla pagina abbonamenti) oppure inviando una mail a: redazione@uominietrasporti.it al prezzo di 27 euro (compresivo di spese di spedizione)
Galleria fotografica
Una galleria nel vento: Art Truck Project, Spagna I mille colori dei rifiuti: Designed to Recycle, Stati Uniti Cabina con vista: Truck Surf Hotel La pittura a domicilio: MuMo, Francia Telone vecchio fa buona borsa: Freitag, Svizzera Metti un tir in verticale: Erwin Wurm, Austria Prima della pioggia: Nikita Gobulev, Russia Quando il viaggio va in scena: OperaCamion, Italia Il veicolo parlante: Art Truck Asia, India Un ospedale per l’ultimo miglio: Must2, Mondo