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CST conferma la scommessa sull’LNG

«Vogliamo distanziarci dall’ideologia del trasporto a costo zero, per sostituirla con una in cui il trasporto è fatto di etica e di sostenibilità». È il pensiero espresso da Lisa Scarpa, responsabile del Sistema di Gestione Integrato di CST, e testimoniato nei fatti da questa azienda veneta in due modi: lo scorso anno, quando il prezzo del gas lievitava, ha continuato a far viaggiare i 160 veicoli del suo parco alimentati con LNG; e oggi, in una cornice in parte normalizzata, ha ordinato 50 nuovi Scania (10 a LNG da 410 CV e 40 Super da 460 CV) sempre per ribadire con coerenza una scelta ambientale

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Ci vuol coraggio nel ribadire le proprie scelte e le proprie strategie. E CST Logistica e Trasporti, azienda veneta di Scorzé (Ve) specializzata nel trasporto alimentare per la grande distribuzione, sembra non difettarne, visto che, in un frangente ancora velato da alcune incertezze, ma di certo più roseo rispetto alla difficile congiuntura dello scorso anno, quando il prezzo del gas si moltiplicò di oltre tre volte, ha ordinato 50 nuovi Scania, di cui i primi sette da 410 CV alimentati con LNG sono stati già consegnati. Gli altri da 460 CV, equipaggiati con la catena cinematica Super (quindi un diesel con il massimo di efficienza energetica e con un potenziale di risparmio sui consumi dell’8%), arriveranno nelle prossime settimane. Sia chiaro: si tratta di veicoli che vanno ad accrescere una flotta, composta attualmente da oltre 350 mezzi, molti dei quali – 160 per la precisione – sono alimentati proprio a LNG e che ribadiscono la capacità dell’azienda – come sottolinea la responsabile del Sistema di Gestione Integrato, Lisa Scarpa – «di assumersi il rischio dei propri investimenti, tanto che, anche quando il prezzo del gas è lievitato, non per questo abbiamo deciso – come altri hanno fatto – di fermare i camion LNG e di affidare le stesse missioni a veicoli diesel. Certo, il fatto di disporre di un distributore di gas liquefatto presso il nostro polo logistico di Scorzè ci ha aiutato a contenere gli incrementi, ma comunque il peso economico è stato tangibile, anche se non è stato sufficiente a farci cambiare idea». E l’idea di CST – aggiunge Scarpa – è quella di «distanziarci dall’ideologia del trasporto a costo zero, per sostituirla con una in cui il trasporto è fatto di etica e di sostenibilità, ambientale quanto sociale».

Alcuni degli autisti che guideranno i nuovi veicoli Scania acquistati da CST

Concentrati sul presente

Da un certo punto di vista, quindi, CST ha deciso di continuare a essere coerente con le sue scelte, almeno fino a quando l’orizzonte politico-legislativo lo consente. Oggi, cioè, almeno fino al 2026, il bio-LNG ha ancora delle chance per rimanere nella lista delle tecnologie in grado di azzerare le emissioni. «Tutto sta – come ha ricordato anche Daniel Dusatti, direttore Vendite di Italscania – modificare il metodo di calcolo, perché un conto è prendere in considerazione soltanto le emissioni allo scarico, un altro è quello di tener conto del complesso delle emissioni dal pozzo alla ruota». Perché, tanto per comprendere meglio il concetto, la riduzione media di emissioni di CO2 consentita oggi dall’LNG è mediamente del 70%, con una forchetta che balla tra il 50 e il 90% e che ovviamente tende a salire se si utilizza il bio-LNG, un carburante che è anche il frutto tipico di un ciclo di economia circolare. Ma paradossalmente la riduzione media delle emissioni di CO2 di un veicolo elettrico a batteria (BEV), valutata dal pozzo alla ruota, è di appena il 55%, che può salire fino al 99% soltanto se si utilizzano fonti rinnovabili per la produzione dell’energia con cui ricaricare le batterie. Perché se si utilizza carbone può scendere fino al 53%. In definitiva, allora, può essere che un domani la quantità di energia elettrica prodotta in modo completamente green vada crescendo. E può anche essere che alcune missioni, tra cui quelle su cui è impegnata la CST, potranno essere svolte con veicoli BEV. Ma si tratta comunque di condizionali ipotetici proiettati nel tempo. Mentre invece, «i motori alimentati a biometano possono contribuire fin da oggi – come sottolinea Stefan Dorski, responsabile per i Camion in Scania Group  a ridurre le emissioni di CO2 garantendo allo stesso tempo un’ottima economia operativa e un valore aggiunto per il cliente».

I primi sette veicoli LNG da 410 CV consegnati da Scania e già operativi

Non solo camion

Il punto è tutto in questa espressione: «Fin da oggi». Perché è normale che allo stato attuale aziende come CST facciano i conti con il presente, tengano in considerazione – come peraltro ha detto in modo esplicito Lisa Scarpa – «dei loro investimenti passati, prima di poterne sostenere di nuovi, peraltro ancora avvolti da diverse incognite». Anche perché un’azienda di trasporto e di logistica non vive di soli camion. CST, per esempio, dispone di una serie considerevole di depositi, che non sono venuti su come fiori a primavera. Quello di Scorzé, su un’area di 160 mila mq, accoglie, oltre all’officina, all’area di servizio, al distribuzione e all’autolavaggio, un magazzino di 40 mq che conserva merce con tre temperature distinte, in cui la sostenibilità – sempre a proposito di coerenza – viene garantita dalla refrigerazione tramite CO2 e dall’illuminazione completamente a led, mentre per velocizzare i processi e incrementare la produttività ci si affida a un sistema di voice picking, che fa registrare un errore ogni 10 mila colli prelevati. E un impianto analogo è in corso di realizzazione anche a Martellago (Ve), dove su 150 mila mq di superficie sorgeranno 30 mila mq di magazzino a temperatura ambiente e 12 mila a temperatura controllata. E altri depositi sono già operativi a Salzano (10 mila mq), a Olmi di San Biagio di Callalta (12 mila mq) e a Zero Branco (4.500 mq). Insomma, un quantitativo di spazi messi insieme nel corso di diversi decenni, da quelli che separano l’oggi da quel 1984, quando Roberto Scarpa – il padre di Lisa – diede vita all’azienda con un furgone, tanta buona volontà e una poderosa dose di coraggio, compresa quella di sottoscrivere le cambiali per acquistare i primi camion Scania da Adriano Cuzzuol, padre di Claudio e uno dei soci della concessionaria Leiballi&Cuzzuol, rimasta sempre al suo fianco. E nel tempo, oltre all’incremento delle dimensioni aziendali, oltre all’ampliamento e alla decarbonizzazione della flotta aziendale, oltre alle iniziative messe in campo per cercare di contenere la propria impronta ecologica, forse l’elemento che di più testimonia all’esterno della qualità dei servizi erogati sono il lungo carnet di certificazioni accumulate da CST, che partono dalla qualità (Iso 9001), l’ambiente (Iso 14001), la salute e la sicurezza (Iso 45001), per arrivare alla responsabilità sociale (SA8000), alla sicurezza alimentare (Iso 22000) e a quella della supply chain (Iso 28000). Per Lisa Scarpa sono un autentico orgoglio su cui continuare a lavorare, anche per rendere più evidenti le qualità aziendali agli occhi della committenza. Una finalità a cui punta pure l’ultima particolare certificazione, la TCR, che in realtà è un modello di valutazione internazionale trasparente, specifico per il trasporto e la logistica, che serve ad attribuire un valore oggettivo alle aziende, in funzione della conformità continua e duratura a standard definiti di comune accordo con la committenza. Di modo tale che chi domanda trasporti riesce a selezionare l’offerta in modo consapevole, soppesando la qualità dei servizi. E non soltanto il livello delle tariffe.

L’interno del deposito del polo logistico di Scorzè, distinto in tre ambienti dotati di altrettante temperature. Da notare il microfono di cui è dotato l’operatore, vale a dire lo strumento grazie al quale funziona il Voice picking
Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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