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Gomme e tecnologia. Tonda, connessa, digitale

RFID, TPMS e altri sensori, insieme a sistemi di rilevazione e monitoraggio su piazzale e applicazioni sul cellulare. Ormai non è possibile pensare a uno pneumatico che non sia collegato ad apparecchiature di rilevazione e di analisi dati che migliorino la gestione del parco gomme

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Come in tutti i settori industriali, anche in quello degli pneumatici il digitale sta cambiando le carte in tavola. La digitalizzazione dei processi sia di raccolta che di utilizzo dei dati rende più semplice e veloce la gestione, ma soprattutto fa evolvere la manutenzione ordinaria verso quella predittiva, ottimizzando fermi macchina ed evitando fermi macchina. Tra i produttori è tutta una gara ad assicurare sempre più soluzioni tecnologiche migliorative alle aziende. Vediamo come.

PROMETEON
Pro Check, Pro Management e altri sensori

Prometeon ha deciso qualche anno fa di istituire un’area digital all’interno dell’azienda dedicata al mercato: «Da lì abbiamo sviluppato un software di gestione pneumatici, il Pro Check, che è molto apprezzato dalle flotte – racconta Alexandre Bregantim – Si tratta di un sistema che, tramite una pistola, monitora pressione e temperatura dello pneumatico e con cui si può misurare la profondità del battistrada (treadback). Nel sistema possono essere inseriti dati sul posizionamento delle gomme e sui cambi degli assi, il chilometraggio della motrice e del trattore, ecc. In questo modo si può capire se siano necessari interventi prima di uscire dal deposito e in seguito definire una manutenzione predittiva (quando cambiare le gomme, quando invertire gli assi, ecc.). Inoltre stiamo rilasciando da 12 mesi e partendo dall’Italia – mercato per noi fondamentale – Pro Management, un sistema di fatturazione centralizzata per facilitare le transazioni tra noi, la flotta e i dealer».

La società ha poi sviluppato un sistema di sensori interni alla gomma per la raccolta di dati su pressione e temperatura, collegati alla telematica del veicolo e con l’obiettivo di ottimizzare il consumo carburante. È un risparmio significativo, visto che secondo Prometeon una variazione di pressione di appena l’1% comporta 2.000 euro di maggiori consumi per veicolo a fine anno.

«I primi sensori rinnovati li abbiamo prodotti a fine 2022 e adesso stiamo cercando sul mercato flotte opinion leader e partner per testarli sulle nostre gomme e su quelle dei concorrenti – aggiunge Sabrina Oriani – È una ricerca fondamentale perché dal 2024 il controllo di pressione e temperatura sarà obbligatorio. Si tratta di sensori montati su valvola o, come nel nostro caso, inner liner (interni), che saranno testati per tutto il 2023».

Ma non basta. Bregantim aggiunge che una gomma che «gira sottogonfiata avrà una vita più corta, farà 70 mila km invece di 100 mila. E poi le flotte non vogliono certo avere un mezzo fermo per strada, è meglio pianificare la fermata e fare la manutenzione che lasciare il veicolo fermo e improduttivo. Infine, il sensore permette di capire se la gomma è idonea a essere ricostruita. Il futuro? Ci sarà la possibilità di monitorare lo spessore del battistrada così da non avere problemi con i controlli della Polizia».

L’altro sistema utilizzato da Prometeon è l’RFID, tecnologia consolidata per l’identificazione e/o la memorizzazione automatica di dati che ‘legge’ i tag (le etichette elettroniche) posizionati sugli pneumatici: «Tutte le nostre gomme della serie 02 ne sono dotate – sottolinea Oriani – Adesso dobbiamo fornire i nostri principali dealer di lettori RFID e capire come far leggere questo dato anche ai sistemi gestionali dei rivenditori».

CONTINENTAL
ContiConnect 2.0 Advanced monitora la gomma a 360°

«Nel 2022 Continental ha lanciato la versione 2.0 di ContiConnect – ricorda Giorgio Cattaneo – il sistema di monitoraggio da remoto degli pneumatici che si basa sulla digitalizzazione degli stessi, consentendone una gestione sicura, un migliore uptime e una trasparenza dei costi. Grazie all’analisi continua dei dati raccolti dai sensori posizionati sugli pneumatici e di quelli provenienti dal veicolo, si generano grandi quantità di informazioni che consentono a ContiConnect 2.0 di fare previsioni precise sulle condizioni degli pneumatici. La versione aggiornata dell’ormai collaudato sistema di monitoraggio degli pneumatici offre una user experience migliorata e maggiore modularità, flessibilità e compatibilità dei suoi componenti che ci consente di integrare soluzioni aggiuntive a seconda delle richieste del cliente. I risultati sono ottimali in termini di riduzione dei tempi di fermo dei veicoli, costi di manutenzione più bassi e maggior chilometraggio. Tutto ciò fa di ContiConnect 2.0 un’eccellente soluzione sia in ottica di mobilità sostenibile che per gli operatori del settore, perché consente loro di concentrare tutta l’attenzione sul core business».

Risale invece allo scorso marzo l’introduzione della versione Advanced di ContiConnect 2.0 per la gestione da remoto degli pneumatici. Ora, oltre a pressione e temperatura, questo upgrade consente la registrazione di dati aggiuntivi, come la profondità del battistrada e le condizioni dello pneumatico, passando così da un sistema di puro monitoraggio a uno di asset management. Con ContiConnect 2.0 Advanced lo pneumatico può essere tracciato individualmente, sia sul veicolo in movimento che in deposito. Ogni gomma ha un “corrispettivo digitale” nel sistema completo di codice prodotto e ciò permette al cliente di sapere sempre quale pneumatico monta il veicolo e dove si trovi. Il ContiConnect di seconda generazione è poi in grado di trasmettere informazioni sulla distanza percorsa, permettendo alle flotte di avere sempre sotto controllo il chilometraggio. Viene indicato anche il livello di carica della batteria del sensore. Inoltre gli utenti Advanced ricevono avvisi e raccomandazioni riguardo alla manutenzione del veicolo. L’aggiornamento dell’App On-Site porta ContiConnect direttamente sullo smartphone dell’utente, grazie alla funzionalità bluetooth della nuova generazione di sensori, che permette l’invio dei dati all’applicazione. Così il monitoraggio della profondità del battistrada e delle condizioni degli pneumatici può essere effettuato anche sul veicolo in movimento.

GOODYEAR
Check point, Drivepoint e l’app FleetHub

Nello sviluppare tecnologia digitale di supporto alla gomma, Goodyear si è dedicata in particolare a sistemi di controllo in tempo reale e alla creazione di app di facile utilizzo: «Per esempio Goodyear Checkpoint – spiega Margherita Scattolari – si compone di una piastra hi–tech, installabile sul piazzale dell’impresa, su cui passano tutti i mezzi per verificare la pressione dello pneumatico e la profondità del battistrada. In questo modo, tramite una manutenzione predittiva, si riescono a ridurre i costi dei fermi macchina e da sotto gonfiaggio (con 1 bar in meno si spendono fino a 900 euro in più per veicolo), evitando così anche errori da misurazioni manuali. Il Checkpoint permette poi di raccogliere dati e produrre report che consentono di prevedere la gestione delle gomme future».

«Per l’utilizzatore finale – ricorda la responsabile marketing – abbiamo sviluppato una serie di facili applicazioni con cui monitorare tutte le informazioni sullo stato degli pneumatici. Con l’app Goodyear FleetHub è possibile controllare ogni mezzo in maniera veloce, con evidenza dello stato delle gomme in tempo reale. In più il fleet manager riceve una notifica giornaliera sulle azioni da intraprendere».

C’è poi DrivePoint, sistema che prevede sensori di pressione applicati sulle valvole e dispositivi riceventi alimentati a batteria, installati sui piazzali. Così si monitora in tempo reale lo stato della pressione su tutti gli pneumatici al passaggio di un mezzo in movimento (drive through). Questa soluzione non richiede lo smontaggio dello pneumatico, poiché i sensori possono essere rapidamente montati sulle valvole, riducendo la complessità dell’installazione e i tempi di inattività.

Tutte queste tecnologie sono scalabili in base alle esigenze e alle dimensioni della flotta. Il Checkpoint è rivolto a flotte di grande dimensione, mentre per realtà più piccole è più adatto il Drivepoint o il TPMS.

MICHELIN
Rfid e Quickscan per monitorare la mobilità

Michelin mira a migliorare la mobilità del veicolo tramite diversi tipi di monitoraggio. Un esempio è dato dall’adozione progressiva del RFID negli pneumatici per soddisfare esigenze di identificazione e tracciabilità durante tutto il ciclo di vita.

Un secondo esempio è l’utilizzo della tecnologia QuickScan che permette, tramite il passaggio degli automezzi su un tappeto installato all’ingresso dei piazzali, di rilevare automaticamente il battistrada residuo degli pneumatici, inviando poi i dati al gestionale a disposizione del fleet manager. Si può così anticipare la pianificazione della manutenzione e prevenire i fermi macchina ottimizzando gestione e produttività dei mezzi.

BRIDGESTONE
Webfleet per ottimizzare la flotta

La sterzata di Bridgestone verso il digitale parte nell’aprile 2019 quando ha acquisito TomTom Telematics (oggi Webfleet), chiara espressione della volontà del produttore del Sol Levante di passare da fornitore di pneumatici di qualità premium a venditore n.1 di soluzioni di mobilità: «Una scelta necessaria a sostenere un cambio radicale nel mondo dei trasporti – afferma Aleassandro Marchisio – in cui lo pneumatico sarà sempre più connesso, tant’è vero che tutti i nuovi contratti di fatturazione chilometrica vengono oggi proposti con i sistemi Webfleet, passando dalla gestione gomme a quella generale della flotta. Il produttore può monitorare in modo più efficace le performance dello pneumatico attraverso sensori interni– già in fase avanzata di test su flotta – in grado di dialogare con le centraline. Siamo pronti ad avere un monitoraggio delle pressioni in cabina e sulle piattaforme che ci permetta di ottimizzare il servizio alle flotte e lavorare in ottica di manutenzione predittiva».

«La cabina di regia della flotta, sia del cliente o di terzi, riesce a dare un valore aggiunto – assicura Marco Federzoni, sales director Italia di Bridgestone Mobility Solutions – e cioè fornire dati certificati e incontestabili. L’idea è diventare una realtà di mobility solutions, dalla tecnologia TPMS fino alla possibilità di mettere sulla piattaforma digitale i dati della catena del freddo e del fresco (controllo della temperatura, della pressione ecc.). Questo ha come vantaggio un risparmio di tempo e di denaro e, non ultima, una maggiore sicurezza».

Tra le ultime novità spicca un algoritmo di analisi delle flotte endotermiche per capire quali mezzi siano potenzialmente trasformabili in veicoli elettrici sulla base non solo dei chilometraggi, ma del peso, della tipologia di utilizzo, ecc. «In circa tre mesi riusciamo a fornire dati – puntualizza il direttore vendite – con cui identificare quelli più adatti alla trasformazione, quelli possibili e quelli non adeguati».

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