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Test: Volvo FMX 500 8X4 / VIDEO

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Appena salgo in cabina mi attende subito una bella sorpresa. A parte i due soli gradini e quindi un accesso abbastanza agevole, all’interno l’allestimento è un pregevole compromesso (ma il termine non va letto con accezione riduttiva) tra l’esigenza di un comfort di marcia e di vita a bordo, tipici di uno stradale, e la rude essenzialità della tradizione cava-cantiere: alla Volvo hanno fatto proprio un lavoro eccellente. Le buone sensazioni sono confermate come ci si avvia per il giro di prova. La scelta del modello più potente dell’offerta, dotato di cambio automatizzato I-Shift è certamente un po’ controcorrente, soprattutto rispetto all’opzione relativa al cambio automatizzato che in cava stenta a decollare, contrariamente a quanto sta accadendo su strada. Dallo scambio di opinioni con il responsabile prodotto di Volvo Trucks Italia ho la conferma che spesso si tratta di una prevenzione immotivata, il più delle volte smontata dalla prova pratica, quando cioè si possono verificare in diretta le ampie possibilità di intervento diretto dell’autista offerte dall’I-Shift. Da parte mia sono invece un convinto fautore dell’automatizzato e quindi vado a caccia di conferme. La progressione del sei cilindri da 13 litri è decisa, ottima per destreggiarsi su un terreno infido dove la pioggia ha creato ampi acquitrini in cui è facile impantanarsi anche con un 8×4. Affronto subito il percorso in automatismo completo e l’FMX sembra reagire bene a tutte le sollecitazioni. Il selettore di marcia posto al fianco del sedile presenta a destra un pulsante a due posizioni (+/-) che nell’uso manuale consente di salire o scendere di marcia a discrezione dell’autista, ma in automatico permette all’autista di «suggerire» al veicolo il comportamento ottimale. Per esempio, schiacciando il «meno» in prossimità di una salita si eviterà che la centralina salga di una marcia proprio in prossimità dell’attacco, per poi trovarsi in difficoltà quando la pendenza aumenta; così pure intervenendo sul «più» in prossimità di una discesa si lascerà una marcia più efficiente ai fini del freno motore. E proprio in una ripida discesa ho modo di apprezzare il freno motore in abbinamento con l’altrettanto efficiente retarder a tre posizioni, più un ultimo scatto che massimizza l’effetto frenante a un regime di 2300 giri/min. Tutte le situazioni sono affrontate con grande autorevolezza dal FMX: anche un errore in una curva, con relativa retromarcia per completarla, non crea nessun problema, a conferma della grande motricità e della totale adeguatezza del software del cambio automatizzato a far fronte a tutte le situazioni che, in una cava, sono di ordinaria amministrazione. I freni di servizio si mostrano perfettamente adeguati: sul modello in prova sono a tamburo, ma è prevista anche l’opzione a disco con annesso il sistema hill-holder per facilitare le partenze in salita. Utile anche il sensore di carico che invia alla trasmissione informazioni precise per adeguare la partenza e la strategia di cambio-marcia in base alle condizioni effettive.

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Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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