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Baumgartner: «L’economia è cambiata, ora c’è fretta di cambiare l’autotrasporto»

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L’economia è cambiata, il mondo è cambiato e di questi cambiamenti adesso comincia a prendere atto anche la politica, con opportuni adeguamenti normativi. E «ora che la riforma del sistema portuale è in fase di ultimazione, nell’agenda del Governo deve trovare posto una specifica riforma organica dell’autotrasporto e della logistica». È questo l’invito esplicito che il presidente Thomas Baumgartner ha lanciato al mondo politico dal palco dell’Assemblea di ANITA. Un invito a elaborare «un piano organico fatto di politiche, regole e soluzioni innovative» finalizzato a rendere l’autotrasporto «uno dei principali attori di una stabile e duratura ripresa». Un auspicio purtroppo rivolto al futuro – ha spiegato Baumgartner – perché al momento attuale non ci sono ancora le condizioni affinché il settore possa «esprimere pienamente tutte le proprie potenzialità di crescita». Cosa lo frena? Il presidente di ANITA risponde con diversi esempi di «questioni irrisolte».

Fa riferimento alla necessità di semplificare il quadro normativo e in particolare di emanare un Testo Unico dell’autotrasporto che effettui «un’attenta verifica su come le norme europee siano state negli anni recepite, per eliminare quegli inutili appesantimenti che gravano soltanto sulle imprese italiane».

Altra questione da affrontare è quella di potenziare gli organici degli Uffici provinciali del MIT per far fronte ai nuovi compiti ad essi attribuiti in materia di Albo, ma soprattutto Baumgartner ha enfatizzato l’importanza di accelerare «le verifiche sulla regolarità delle imprese iscritte all’Albo», specificando la strategicità per ANITA di questo lavoro di verifica, da condurre in maniera rigorosa «affinché l’iscrizione e la permanenza nell’Albo siano davvero sinonimo di azienda che opera correttamente, nel pieno rispetto delle regole, a partire dai requisiti sull’accesso e in particolare dall’idoneità finanziaria».

Guardando poi al mercato europeo e in particolare alle modalità con cui superare il dumping causato dall’assenza di armonizzazione delle norme sociali e delle condizioni di lavoro tra i diversi Stati membri, il numero uno di ANITA ha indicato tre soluzioni precise: «Doppio registro per gli autisti impiegati nei trasporti internazionali da perseguire presso le Istituzioni europee, stop alla liberalizzazione del cabotaggio per tutelare il mercato nazionale e uscita dell’Italia dalla CEMT con contestuale riduzione dei contingenti bilaterali». Soluzioni da attuare con urgenza vista pure la deriva subita negli ultimi 10 anni dai vettori nazionali, che hanno trasportato il 35% di tonnellate in meno in Europa, mentre nei traffici internazionali con origine o destino in Italia la loro quota «in otto anni, è scesa dal 36% al 26%, e ora non possiamo più permetterci di regalare ai vettori stranieri nostre quote di mercato».

In attesa di una risposta concreta del mondo politico, è giunto intanto all’assemblea di ANITA il videomessaggio del ministro dei Trasporti Graziano Delrio che si detto convinto del fatto che il «settore della logistica e dell’autotrasporto possa diventare uno dei motori principali della ripresa economia». Proprio per questo il governo – ha aggiunto – «sta lavorando per il rilancio del settore», convinto che abbia «bisogno di più semplificazioni ed efficienza burocratica». La logistica «sbagliata» – ha ricordato Delrio – vale a dire «non pensata correttamente» costa al settore oltre 12 miliardi. «Li potremmo evitare – ha chiosato – e queste risorse potrebbero andare a beneficio di nuovi investimenti nelle aziende».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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