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La lenta ripresa del trasporto merci: Italia fanalino di coda in Ue

Nel nostro Paese il settore del trasporto merci su strada fa più fatica di tutti a raggiungere i livelli pre-Covid. Il gap da colmare sul 2019 è ancora intorno al 2%, ma le prospettive da qui al 2025 sono positive. Secondo uno studio di TI Research, nei prossimi cinque anni in tutto il continente vi sarà una crescita che sarà trainata dalla continua ripresa del commercio, in particolare dal forte rialzo delle vendite al dettaglio e dall'aumento dei livelli di produzione. Cruciale per lo slancio sarà anche l'allentamento delle tensioni per ciò che riguarda la carenza di materie prime e i blocchi lungo le catene logistiche

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Il settore europeo del trasporto merci su strada sta tornando gradualmente ai livelli pre-Covid, anzi in alcuni Paesi come Germania e Francia le previsioni per fine 2021 parlano di performance addirittura superiori rispetto al 2019 (rispettivamente +2,6% e +1,4%). L’Italia invece ha ancora un gap da colmare (-1,9% sul 2019). Non è di certo un gap particolarmente critico o impossibile da recuperare, ma è comunque significativo il fatto che siamo lontani rispetto ai risultati delle altre economie avanzate e anche dagli altri Paesi del nord e dell’est Europa (Norvegia +6,5%, Polonia +7,5%, Romania +8%). È quanto emerge da un recente rapporto di TI Research, che ha analizzato la situazione del comparto del trasporto merci su strada a livello europeo nel 2021 e le previsioni al 2025.

Un settore fragile ma resiliente

Il rapporto evidenzia come nella prima metà del 2021 in Europa il settore sia cresciuto dell’11,1% su base annua, mentre la crescita complessiva prevista a fine anno dovrebbe essere stimata verso un leggero ribasso (+8,6%, sempre rispetto al 2020). Se si fa il confronto con il 2019, cioè l’ultimo anno «normale» prima dell’avvento della pandemia, le stime sono comunque positive: +2,2%.

Ottimi risultati sono stati raggiunti in particolare da Norvegia, Polonia, Lituania, Lettonia e Romania. Questi Paesi hanno mostrato infatti una ripresa non solo sul 2020, ma anche un tasso di crescita quasi a doppia cifra rispetto ai livelli pre-pandemia.

Tra i cinque maggiori mercati, come accennato in apertura, il risultato migliore lo fa registrare la Germania. La performance del Paese d’oltralpe – si legge nel rapporto – è guidata in gran parte dalla crescita del commercio, anche se ci sono stati segnali di debolezza interna che hanno impattato su uno dei suoi settori più importanti, quello manifatturiero.

Anche il nostro Paese ha subìto in maniera particolare la crisi del settore manifatturiero, paralizzato da due fenomeni ormai drammaticamente noti: la scarsità delle materie prime e l’aumento incontrollato dei loro prezzi. Ciò ha avuto inevitabilmente un impatto sul settore del trasporto merci su strada, che di fatto sta facendo ancora fatica a recuperare gli standard pre-Covid. A rendere poi ulteriormente più complicato (e rallentato) il quadro ci sono poi altri fattori noti, come la carenza di autisti, l’aumento dei tempi di attesa al carico e scarico, i rincari delle spese per i carburanti, gli incolonnamenti lungo le autostrade, causati dai cantieri, e i tempi di consegna sempre più stretti.

Per quanto riguarda il Regno Unito, lo studio evidenzia come il trasporto internazionale abbia vissuto una lunga stagione di black-out a causa delle questioni legate alla Brexit, sebbene le sue performance interne siano state relativamente forti.

Previsioni per il dopo pandemia: orizzonte 2025

Nonostante tutti questi venti contrari, le previsioni per il futuro sembrano essere però incoraggianti. Sempre secondo gli esperti di TI Research, la forza e il ritmo della ripresa economica post-pandemia avviati a partire dalla fine del 2020 suggeriscono un «crescente slancio nel mercato europeo del trasporto merci su strada fino al 2025».

Si prevede, in particolare, che nel prossimo quinquennio il mercato si espanderà a un tasso di crescita annuale composto (CAGR) pari al 4,3%. Tale crescita sarà trainata da una serie di fattori: in primis il forte rialzo delle vendite al dettaglio, specie attraverso i canali online, ma anche l’aumento dei livelli di produzione. Un altro fattore sarà poi l’attenuazione dei vincoli di fornitura nelle catene di approvvigionamento manifatturiero.

Cruciale ai fini della crescita sarà ovviamente anche l’allentamento delle tensioni per ciò che riguarda la carenza di materie prime e i ritardi e le congestioni lungo le catene logistiche (causati da interruzioni nei porti e nei trasporti interni), i cui effetti dovrebbero farsi sentire in maniera meno pressante già nel corso del primo semestre 2023.


Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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