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Il governo “mette in agitazione” Unatras: «Senza risposte concrete entro il 16 maggio si va al fermo»

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Unatras proclama lo stato di agitazione dell’autotrasporto. L’Unione nazionale delle associazioni di categoria ha diffuso una nota – successiva alla riunione dell’esecutivo – in cui in pratica mette in mora il governo. Per la precisione Unatras si lamenta del fatto che il governo abbia «disatteso gli impegni» con la categoria e denuncia «il mancato rispetto degli impegni sottoscritti dai rappresentanti del Governo con le Associazioni dell’autotrasporto». Detto in estrema sintesi, si accusa il governo di non aver reso «ancora spendibili le risorse stanziate a favore del settore, a fronte dei sacrifici sopportati dall’autotrasporto costretto a rinunciare ad una buona parte del recupero delle accise».

I nodi da sciogliere sono praticamente noti. Sul versante delle deduzioni forfettarie la sottosegretaria Simona Vicari aveva aumentato lo stanziamento di 10 milioni, portandolo a 70, anche se per il via libera definitivo – ha spiegato – bisogna attendere il parere favorevole del ministero dell’Economia.

L’altro fronte aperto riguarda il ferrobonus. Gli autotrasportatori – sembra ricordare la nota – avevano finanziato (come anche il mare bonus) questa misura con i risparmi sui rimborsi dell’accisa provenienti dall’esclusione dal beneficio dei veicoli più vecchi e inquinanti. In più avevano anche dovuto inghiottire l’altro rospo (imposto da norme comunitarie) costituito dal fatto che il contributo fosse destinato agli operatori della rete, anche se poi in parte dovrebbe essere girato ai trasportatori. Ma la questione più scottante sembra essere quella legata alle distanze per le quali concedere il contributo. Nella discussione sarebbe venuta fuori l’ipotesi di farle scendere fino a 150 chilometri. Ma gli autotrasportatori rispondono che vogliono almeno il doppio, vale a dire 300 chilometri, altrimenti – ha argomentato il presidente di Fai-Conftrasporto Paolo Uggè – «si daranno risorse a chi già opera su tali tratte». 

Come andrà a finire? Per ora Unatras prende tempo, come detto “mette in mora” in governo fissando anche un termine entro il quale andare all’incasso. Termine indicato nella nota nel 16 maggio prossimo. Ma consumato questo termine inutilmente saranno valutate «tutte le iniziative utili a tutela della categoria, non escludendo la proclamazione del fermo dei servizi di autotrasporto».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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