Veicoli - logistica - professione

HomeProfessioneInchiestaIl trasporto di rifiuti ferrosi chiede ancoraggi allo scarico. La sicurezza corre su un filo… di ferro

Il trasporto di rifiuti ferrosi chiede ancoraggi allo scarico. La sicurezza corre su un filo… di ferro

Anche nel trasporto di scarti di lavorazione industriale ci sono aree «grigie» di lavoro, dove la sicurezza traballa e il rischio di incidenti diventa elevato. A pagarne le conseguenze, non solo in termini di sanzioni, ma anche di responsabilità, sono sempre gli autisti. Per le acciaierie sarebbe sufficiente dotarsi di linee vita. È chiedere troppo?

-

«Mi trovo in un’acciaieria per svuotare un carico di rottami ferrosi e rimango esterrefatto quando mi viene chiesto di andare a scoprire il telo del camion non all’interno dell’acciaieria stessa, ma in mezzo alla strada. A tutto rischio della sicurezza mia e degli altri utenti della strada». Inizia così la testimonianza che l’autotrasportatore Domenico Lizzi ha raccontato ai microfoni della nostra rivista, contribuendo a squarciare il velo su un’altra, fra le tante, zone grigie dell’autotrasporto dove si mescolano illegalità e aspetti controversi del lavoro. Aspetti che Domenico elenca, riassumendo fatti che, con ogni probabilità, avvengono anche in altre imprese ma che nessuno, o quasi, osa raccontare.

Il carico di responsabilità

«Le acciaierie non vogliono che noi autisti scopriamo i nostri mezzi all’interno dei loro piazzali – spiega Domenico – perché non vogliono assumersi responsabilità in caso di incidente». L’altezza per effettuare la manovra di scopertura del carico, infatti, è pericolosa. Bisogna arrampicarsi sul cassone del camion per poter coadiuvare le operazioni (legare cinghie, aprire portelli, srotolare la rete che contiene gli scarti ferrosi, ecc.) e spesso ci si trova a camminare su lamiere appuntite. Basterebbe almeno dotare l’autista di adeguati strumenti di sicurezza. E invece, dice Lizzi, «non ti dotano neanche di normali ancoraggi anticaduta, come le linee vita. Così facendo ci espongono al rischio di caduta con serie conseguenze. E la cosa grave è che in questo modo tutti i rischi legati a una caduta dal mezzo al di fuori del posto di scarico nell’acciaieria potrebbero non essere riconosciuti dall’Inail».

I rischi per sé e per gli altri

La soluzione, per Lizzi, è semplice. Basterebbe che le acciaierie consentissero ai camion di caricare sotto sponda e si dotassero di sistemi di copertura a regola, come per esempio una passerella di alluminio per far scoprire in sicurezza. Ma non lo fanno perché «sanno che è pericoloso – tuona – e allora ci dicono di andare a eseguire questa operazione in mezzo alla strada. Tra l’altro questa è un’operazione pericolosa non solo per noi autisti, ma anche per chi si trova a passare nelle vicinanze. Srotolando la rete con i rottami direttamente sull’asfalto, c’è infatti il rischio che alcuni pezzi di ferro possano finire sulla strada oppure che il vento se li porti via, mettendo a rischio la circolazione di persone e di altri mezzi».

La testimonianza di Domenico ci porta così all’aspetto più controverso della vicenda, riassumibile nel motto «occhio non vede, portafoglio (e coscienza) non duole». «Se un’autista viene fermato a scaricare in strada dai vigili urbani – conclude l’autista – è passibile di sanzione. E i vigili stessi ti intimano di scaricare all’interno dell’azienda. Ma quest’ultima non vuole, obbligandoti ad andare all’esterno. In sostanza, noi poveri autisti ci ritroviamo nel mezzo della questione. Perché dobbiamo essere sempre noi quelli che devono pagarne le conseguenze, mettendo a rischio la nostra vita e in questo caso ad assumerci responsabilità civili e penali?».

Acciaierie all’ascolto: vogliamo provare a rispondere?

close-link