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La mafia fattura in Emilia 20mld l’anno. Anche grazie all’autotrasporto

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Esiste una mafia emiliana. O meglio esiste la mafia tradizionale che si é infiltrata nella regione. Stando ai dati del Rapporto sulla mafia in Emilia-Romagna realizzato dalla Fondazione Antonino Caponnetto, esisterebbero in regione 49 clan, appartenenti a famiglie di varie organizzazioni criminali (26 della ‘ndrangheta, 13 della camorra, 7 di “cosa nostra”, 3 della sacra corona unita) e soprattutto in grado di fatturare qualcosa come 20 miliardi di euro ogni anno. Complice pure la crisi economica, che reso più debole ed esposto il tessuto imprenditoriale emiliano. 
Tra i principali settori di attività, insieme all’edilizia dai pubblici servizi, compare l’autotrasporto. Se mai servisse conferma è arrivata in questi giorni un’informativa antimafia atipica del ministero dell’Interno in cui figura un noto imprenditore del settore, titolare di un’impresa con circa 30 veicoli ed iscritta alla Cna Fita di Reggio Emilia. 
Paolo Uggè, presidente di Fai/Conftrasporto, saputa la notizia ha commentato: “Purtroppo aveva ragione la presidente della CNA Fita, Cinzia Franchini, che da tempo aveva evidenziato il rischio di infiltrazioni mafiose nel settore”. Ma davanti a questa infiltrazione – ha aggiunto –  che avviene, in imprese o cooperative, mediante la pratica di “tariffe stracciate con ribassi ingiustificati” nelle prestazioni di trasporto”, voglio invitare CNA Fita a “sottoscrivere il protocollo di legalità che Conftrasporto ha da quasi un anno concordato con il ministero dell’Interno. Un documento nel quale si prevede che tra gli indicatori a evidenziare la possibilità della presenza malavitosa vi sia proprio il rispetto dei costi incomprimibili, rispetto che eviterebbe proprio quelle offerte al ribasso che sono il grimaldello utilizzato dalla mafia per riuscire a inserirsi nel settore”.
Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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