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La provocazione di Uggè: “Se la domenica si consente l’apertura dei negozi, che senso ha vietare la circolazione dei camion?”

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Si avvicina la fine dell’anno e, come consuetudine, si comincia a ragionare di divieti di circolazione. Gli scorsi anni le cose erano andate maluccio, con un aumento del numero di giorni di stop, che però dallo scorso maggio è tornato a un livello accettabile.
Quest’anno la problematica si presenta in maniera diversa. La difficoltà delle imprese è di far quadrare i conti e, a questo scopo, agire solo ed esclusivamente sul contenimento dei costi è ormai impossibile. Ecco perché le associazioni di categoria si sono presentate all’incontro con governo, associazioni dei consumatori (Codacons), Aiscat e Polizia stradale con una richiesta ben precisa: ridurre il numero di giornate di stop così da incrementare la produttività delle imprese.
Paolo Uggè, presidente di Fai-Conftrasporto, al riguardo ha tuonato (dal sito dell’associazione) soprattutto contro il governo, assegnandogli la colpa di “dimostrare evidenti contraddizioni nel governare”. “Se da un lato occorre recuperare competitività – si interroga provocatoriamente Uggè – e dall’altro non si ha il coraggio di emanare le disposizioni che sono in linea con tale esigenza dell’economia, cosa ci sta a fare un Esecutivo?”.
Oltre tutto secondo Uggè ridurre i giorni di circolazione non aiuta nemmeno la sicurezza. Visto che – sottolinea il presidente di Fai-Conftrasporto – a leggere i dati Istat, si vede “che sono proprio i giorni nei quali i mezzi pesanti circolano a far registrare un numero inferiore di feriti e decessi”.
Ma aperta la stura delle contraddizioni Uggè non si è fermato prima di aver fatto notare che se il governo da un lato, “attirandosi critiche pesanti (categorie e mondo cattolico), ha deciso di consentire l’apertura dei negozi giustificandone la scelta con l’esigenza di una produttività maggiore, che senso ha limitare, oltre misura, la circolazione dei mezzi pesanti che sono elemento essenziale per determinare la competitività?”. Insomma, perché la domenica si possono vendere pasta e abbigliamento e non si possono far viaggiare i veicoli che trasportano queste stesse merci?
Più articolato il discorso di Anita, che parte sempre dalla produttività, per poi argomentare la necessità di ridurre il numero di giorni di divieto sulla base di diversi fattori:
– la diminuzione consistente del traffico pesante sulla rete autostradale a causa della crisi;
– la diminuzione dell’incidentalità dei veicoli;
– la constatazione che le giornate previste come “bollino rosso” negli ultimi anni non si sono mai nei fatti dimostrate tali.

In generale comunque tutte le associazioni dell’autotrasporto hanno concordato sulla richiesta di contenere i giorni di stop, mentre i rappresentanti di Aiscat, Polizia stradale e del Codacons hanno ribadito la necessità che il calendario del 2013 non si discosti dall’assetto attuale, a cui si deve, a loro avviso, la positiva diminuzione dell’incidentalità del settore.
Chi la spunterà alla fine? Lo impareremo nelle prossime riunioni.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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