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Dietro front del Consiglio di Stato: «Per entrare a Milano i camion devono avere sensori anti-angolo cieco

Se il Tar Lombardia lo scorso novembre aveva annullato i provvedimenti del Comune di Milano che richiedevano ai veicoli pesanti di equipaggiarsi con sensori in grado di visualizzare gli angoli ciechi per poter accedere nelle aree B e C, adesso il Consiglio di Stato va in direzione opposta e, ritenendo l’ente locale competente in materia, ne conferma le disposizioni (che entreranno in vigore il 31 dicembre prossimo). A questo punto, secondo Assotir, serve una normativa nazionale, che eviti che ogni contesto territoriale adotti norme diverse

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I veicoli pesanti che accedono nelle aree B e C di Milano devono essere equipaggiati con sensori che rendono visibile l’angolo cieco. È quanto ha deciso il Consiglio di Stato respingendo i ricorsi presentati contro i provvedimenti adottati nel 2023 dal Comune lombardo e finalizzati a contenere il traffico di mezzi pesanti in alcune zone della città al fine di scongiurare incidenti a danno di ciclisti e pedoni. La sentenza dell’organo di giustizia amministrativa ribalta le conclusioni a cui era giunto il Tar della Lombardia, che lo scorso novembre aveva accolto il ricorso di Sistema Trasporti e di Assotir in cui si sosteneva il difetto di competenza del Comune nell’approvare disposizioni relativa alla sicurezza della circolazione stradale, giacché rimesse alle decisioni dello Stato. Al contrario, nella decisione adottata oggi dal Consiglio di Stato si ritiene che il Comune possa individuare le zone a traffico limitato imponendo divieti di circolazione circoscritti a livello temporale, spaziale e di equipaggiamento dei veicoli, nel senso cioè che possono concedere la possibilità di circolare senza limiti a quei camion equipaggiati con i dispositivi anti-angolo cieco, in grado di segnalare la presenza di utenti deboli della strada. 

Donati: «Il rischio è di avere regolamentazioni a macchia di leopardo»

Nel commentare la decisione, Claudio Donati, segretario generale di Assotir (una delle associazioni che aveva presentato il ricorso al Tar), sottolinea che questa decisione «semina ulteriore incertezza tra gli operatori dei trasporti e, soprattutto, apre la strada a regolamentazioni a macchia di leopardo. Il rischio adesso è che ogni Comune d’Italia possa adottare iniziative autonome e scoordinate. E questo darebbe vita a una sorta di autarchia amministrativa».

Secondo Donati, quindi, la sentenza dimostra «come sia necessario un intervento del governo per dare una disciplina omogenea, valida su tutto il territorio nazionale. In questo senso, ci attiveremo presso il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti affinché il vuoto legislativo determinato che rischia di generare un caos ingestibile venga colmato al più presto».

Castelli: «I sensori devono essere gli stessi per tutto il paese»

«Da un punto di vista pratico – aggiunge Pietro Castelli, presidente di Assotir Lombardia – poco cambia per Milano, perché rimane l’obbligo di installazione dei sensori sui veicoli industriali entro il 31 dicembre prossimo, come stabilito dalla delibera comunale. Aggiungiamo che, nei tre mesi di sospensione della stessa delibera, fortunatamente, non si sono verificati incidenti di veicoli pesanti con il coinvolgimento di ciclisti. Certamente, si tratta di una casualità positiva, ma anche di un indizio su come affrontare il tema della sicurezza per tutti gli utenti delle strade delle grandi città».

«Pensiamo che la nostra battaglia – prosegue Castelli – non solo non sia stata inutile, ma al contrario, sia stata fondamentale per porre all’attenzione delle istituzioni il tema della sicurezza di tutti gli utenti della strada. È stato sempre l’obiettivo del nostro ricorso: premesso che nessuno può usare la strada a scapito di altri, i sensori, ammesso che siano lo strumento più adeguato, devono essere gli stessi per tutto il paese. Per questo ribadiamo ancora una volta la necessità di un coinvolgimento effettivo di tutti gli attori della mobilità urbana, che è qualcosa di più complesso di una divisione tra buoni e cattivi».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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