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Pallet, rivoluzione in arrivo: il Senato approva la riforma. Addio ai vecchi voucher, arriva il «buono digitale»

Il Senato ha approvato il disegno di legge sulle semplificazioni che contiene la riforma dell’interscambio pallet. Protagonisti della nuova disciplina sono i sistemi-pallet (come Epal ed Eur-Uic), incaricati di calcolare e pubblicare tre volte l’anno il valore medio dei pallet. La legge, che si applica solo ai pallet interscambiabili con marchi registrati, dà vita al «buono pallet», che manda in pensione il voucher e diventerà solo digitale dopo due anni. Chi riceve pallet ha l’obbligo di restituirli entro sei mesi o pagare il valore commerciale. Ed entro sei mesi saranno emanate linee guida per definire dettagli operativi, come la «distanza ragionevole»

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Si sta per voltare pagina sui pallet e – c’è da giurarci – non saranno in tanti a rimpiangere l’attuale sistema. Con 86 voti favorevoli, 48 contrari e 7 astenuti, il Senato ha dato il via libera al disegno di legge sulle semplificazioni, testo corposo collegato alla Legge di Bilancio e voluto dal ministro Paolo Zangrillo. Al suo interno, appunto, si trova anche una riforma attesissima dal settore: quella dell’interscambio dei pallet.

Ora la parola passa alla Camera, ma i contenuti approvati promettono di fare ordine in una materia complessa e ricca di contenziosi. E, soprattutto, di portare finalmente i pallet nel futuro, con un sistema basato su regole di mercato, tracciabilità digitale e responsabilità chiare per tutti gli attori in campo.

Perché c’era bisogno di una riforma?

La riforma nasce da un’esperienza non proprio felice: quella della legge n. 51 del 2022, che tentava di regolamentare il valore dei pallet con un decreto ministeriale. Il risultato? Un sistema giudicato poco affidabile e troppo rigido. Le principali associazioni della filiera – da Assologistica a Federdistribuzione, passando per Federalimentare e Union Food – hanno fatto fronte comune per chiedere un approccio più pragmatico e vicino alla realtà operativa del settore.

I protagonisti: i “sistemi-pallet”

Al centro della nuova disciplina ci sono i cosiddetti sistemi-pallet: organizzazioni come Epal ed Eur-Uic, titolari di marchi registrati per pallet standard interscambiabili. Non si tratta solo di loghi stampati sul legno, ma di autentici marchi collettivi e di certificazione, supportati da rigidi capitolati tecnici, regolamenti di produzione e sistemi ispettivi esterni e indipendenti. In breve: qualità garantita e controllata.

Questi sistemi avranno il compito – non propriamente banale – di calcolare il valore medio di mercato dei pallet. Non più un compito ministeriale, ma affidato direttamente a chi opera sul campo. Il prezzo aggiornato dovrà essere pubblicato tre volte l’anno (a gennaio, a maggio e a settembre), con dati trasparenti e disponibili online, in modo da permettere agli operatori di adeguare listini, cauzioni e condizioni di resa in modo rapido e fondato.

Parliamo la stessa lingua

La legge introduce anche quattro definizioni chiave per rendere chiaro a tutti di cosa si sta parlando:

  • Pallet riutilizzabile: destinato a più cicli di utilizzo, deve rispettare determinati standard di riparabilità.
  • Tipologia di pallet: si riferisce al marchio registrato e incide sulla compatibilità nello scambio.
  • Stato di conservazione: misura il livello di usura rispetto agli standard.
  • Conformità tecnica: certifica che il pallet rispetta le specifiche del sistema-pallet a cui appartiene.

Il campo di applicazione è preciso: riguarda solo i pallet interscambiabili impiegati in Italia e con marchi registrati. Niente regole, invece, per pallet “fuori standard” o destinati all’estero.

Arriva il “buono pallet”, addio al vecchio voucher

Una delle novità più concrete è l’introduzione del buono pallet, chiamato a mandare in pensione il vecchio voucher. Quando lo scambio non può avvenire subito, chi riceve i pallet emette un buono: inizialmente potrà essere cartaceo o digitale, ma dopo 24 mesi sarà ammesso solo quello digitale. Una piccola rivoluzione per la tracciabilità e la certezza giuridica.

Il buono dovrà contenere dati precisi: data, numero progressivo, informazioni sui soggetti coinvolti, tipo e quantità di pallet, e qualità degli stessi. E soprattutto, darà diritto alla restituzione del pallet secondo il Codice Civile, tutelando chi ha emesso il buono in caso di controversie.

Obblighi e responsabilità: chi prende i pallet, li deve restituire

La nuova legge è chiara: chi riceve pallet interscambiabili ha l’obbligo di restituirli, a meno che non siano stati venduti o ceduti gratuitamente. La restituzione deve avvenire nel luogo di consegna o in un altro concordato, entro una “distanza ragionevole” che sarà definita da apposite linee guida.

E se il pallet non torna indietro? Dopo sei mesi, chi non lo ha restituito dovrà pagare il suo valore commerciale. Niente scuse. Il messaggio è chiaro: il ciclo di scambio va chiuso e le regole rispettate.

Le linee guida in arrivo

Entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, le associazioni di categoria – insieme ai sistemi-pallet – dovranno redigere delle linee guida operative. Tra i temi più attesi: cosa si intende per «distanza ragionevole» e in quali casi si potrà ancora usare (temporaneamente) il buono cartaceo.

Il settore applaude: trasparenza e meno contenziosi

Le reazioni? Decisamente positive. Federlegnoarredo, attraverso Assoimballaggi, ha salutato con favore il ritorno a una logica di mercato. Assologistica parla di «svolta operativa» che renderà più efficiente lo scambio, eliminando incertezze e rallentamenti burocratici.

I numeri dicono molto: ogni anno si immettono in circolazione circa 20 milioni di pallet Epal, con un prezzo medio di 11 euro. Il fabbisogno di reintegro si aggira intorno ai 220 milioni di euro. Secondo l’Osservatorio Gs1 Italy, tra il 2014 e il 2021 il numero di pallet rilevati è quasi triplicato, segno di un settore vitale e in forte evoluzione.

In sintesi, quella approvata al Senato non è una qualunque norma tecnica. È un passo importante verso una logistica più trasparente. Ora si attende l’ok definitivo della Camera, ma la direzione è tracciata.

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