Il Rentri rischia lo stop, ma con tempi che inseguono se stessi e che rischiano di provocare ancora più confusione per gli operatori. Ieri il Senato ha dato il via libera a una serie di emendamenti nell’ambito dell’approvazione del milleproroghe, firmati in gran parte dalla Lega Nord che chiedono al Ministero dell’ambiente di posticipare di due mesi l’avvio del sistema digitale per le aziende con più di 50 dipendenti per le quali la legge impone il termine ultimo al 13 febbraio (ovvero ieri).
Ora il Milleproroghe è stato inviato alla Camera che si limiterà a ratificare il testo in quanto deve essere convertito entro il 25 febbraio. Gli emendamenti, quindi, difficilmente verranno rivisti dando vita a una proroga che insegue un termine di legge già passato. Un pasticcio che rischia di creare più confusione in un sistema che nelle ultime settimane è stato da più parti additato da diverse realtà come Utilitalia che riunisce le utilities, Assoambiente e anche da Confindustria come oneroso per gli operatori, chiedendo una proroga.
La dilatazione dei tempi, quindi è arrivata, ma in ritardo. Infatti, il Milleproroghe dovrà essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale entro il 25 febbraio e entrerà in vigore il 12 aprile. A questo punto il Mase avrà 30 giorni di tempo per emanare il decreto ministeriale che arriverebbe a metà maggio, ma anche se arrivasse prima, sarebbe decisamente in ritardo. Ora bisognerà capire come l’impasse normativa verrà gestita, in quanto, il ritorno al cartaceo è escluso prima dell’emanazione del decreto ministeriale che proroga il termine.