L’Italia rischia di trasformarsi in un’isola, separata dal resto d’Europa dalle Alpi, impenetrabili a causa delle tante criticità che da anni pesano sui valichi. Macigni per la competitività del Paese, messa a dura prova anche sul fronte del mare che deve assorbire l’ETS, il sistema di scambio delle emissioni per i trasporti introdotto dall’Ue e che, dal prossimo anno, entrerà in vigore totalmente, imponendo tasse che gonfiano le tariffe per il trasporto marittimo delle merci e, in ultima analisi, vanno a limare la marginalità dell’autotrasporto. È quanto emerso oggi nell’ambito del convegno “Dalla Penisola all’Isola: L’Italia tra limiti alpini, ETS e competitività” organizzato in Senato su iniziativa del senatore Andrea Paganella (Lega), in collaborazione con Fiap (nella foto un momento della tavola rotonda durante il convegno) a cui ha partecipato anche Alessandro Morelli, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
“Il tema Ets non può essere lasciato in mano solo al ministero dei Trasporti” ha detto Alessandro Peron, Segretario generale di Fiap chiedendo un intervento immediato al ministro Salvini, in qualità di vicepresidente del Consiglio. “Deve istituire un tavolo interministeriale – ha chiesto Peron – per affrontare il tema dell’ETS che investe il tema della competitività delle imprese e del Paese e quindi deve riguardare il governo ed essere aperto a tutti i ministeri coinvolti”. Peron ha ipotizzato il coinvolgimento del ministero dell’Agricoltura, del Made in Italy e dell’Ambiente. Andrea Paganella ha aggiunto: “Sono felice di aver promosso questo convegno nel solco del grande impulso dato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e Vicepremier Matteo Salvini ai settori della logistica e dei trasporti, e nell’ambito della battaglia della Lega contro le folli direttive europee sull’ETS, che facendo crescere i costi del trasporto marittimo fino al 30% penalizzano fortemente interi comparti produttivi, aziende e cittadini. Continuiamo così il nostro impegno a difesa della competitività nazionale, a fianco delle imprese e a tutela dell’occupazione”.
FIAP ha ribadito la necessità di una strategia nazionale coordinata, che affronti congiuntamente i limiti infrastrutturali dei valichi alpini e le distorsioni introdotte dall’ETS, promuovendo una posizione italiana compatta in sede europea.
Nel corso del convegno, Alessandro Panaro, head Maritime& Energy del Centro Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo (SRM), ha riportato stime di 6 miliardi di impatto sul trasporto marittimo globale derivanti dalla piena applicazione dell’ETS, ma soprattutto ha evidenziato l’impatto crescente dei sovrapprezzi del trasporto marittimo dovuti all’applicazione della tassa.

Le Alpi come vera e propria cerniera economica è l’immagine emersa dallo studio di Uniontrasporti presentato dal Direttore Antonello Fontanili. Nel 𝟐𝟎𝟐𝟒 l’𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐬𝐜𝐚𝐦𝐛𝐢𝐨 𝐜𝐨𝐦𝐦𝐞𝐫𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚 𝐜𝐨𝐧 𝐢 𝐏𝐚𝐞𝐬𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐔𝐧𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞𝐮𝐫𝐨𝐩𝐞𝐚 𝐡𝐚 𝐬𝐮𝐩𝐞𝐫𝐚𝐭𝐨 𝐢 𝟔𝟕𝟎 𝐦𝐢𝐥𝐢𝐚𝐫𝐝𝐢 𝐝𝐢 𝐞𝐮𝐫𝐨(oltre 750 miliardi includendo Regno Unito e Svizzera). Di questo valore, 𝐜𝐢𝐫𝐜𝐚 𝟓𝟐𝟓 𝐦𝐢𝐥𝐢𝐚𝐫𝐝𝐢 𝐝𝐢 𝐞𝐮𝐫𝐨 – pari a più dell’𝟖𝟕% – è transitato 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐢 𝐯𝐚𝐥𝐢𝐜𝐡𝐢 𝐚𝐥𝐩𝐢𝐧𝐢, 𝐬𝐮 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐝𝐚 𝐞 𝐟𝐞𝐫𝐫𝐨𝐯𝐢𝐚. “Garantire 𝐢𝐧𝐟𝐫𝐚𝐬𝐭𝐫𝐮𝐭𝐭𝐮𝐫𝐞 resilienti, interoperabili e sostenibili – ha detto Fontanili – significa rafforzare la 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐞𝐭𝐢𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭à del sistema produttivo e la connessione del Paese con l’𝐄𝐮𝐫𝐨𝐩𝐚.

L’impatto delle criticità è stato tradotto da Uniontrasporti in termini economici. Così per il Traforo del Monte Bianco, dove i transiti di veicoli leggeri e pesanti sono 4.600 al giorno, circa 1,7 milioni all’anno, lo stop previsto per problemi manutentivi, che sarà di tre mesi all’anno per i prossimi 18 anni e, avrà un impatto stimato di 11 miliardi di euro in questo lasso di tempo solo per l’economia della Valle d’Aosta. Sul versante del Brennero, invece, l’insieme delle limitazioni imposte unilateralmente dal Governo del Tirolo (notturne, settoriali, weekend), con il contingentamento dei mezzi pesanti, il costo doppio del pedaggio notturno, l’inefficienza della Ro.La, portano un danno economico alle nostre imprese che utilizzano l’asse del Brennero pari a 370 milioni di euro all’anno. Negli ultimi 5 anni, l’impatto complessivo è stato di oltre 1,8 miliardi di euro.