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Fermerci e Fercargo contro i gigaliner: «Duro colpo al trasporto merci su ferro»

Secondo le associazioni italiane del trasporto ferroviario l'introduzione dei mega-camion porterebbe 10 milioni di camion in più sulle strade, con circa 6,6 milioni di tonnellate ulteriori di CO2, e il trasferimento modale dalla rotaia alla strada comporterebbe una diminuzione del 16% del trasporto intermodale e del 21% di quello merci su rotaia

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Domani è una giornata importante per il trasporto merci su strada. Il Parlamento Europeo voterà infatti la nuova proposta di direttiva europea sul trasporto stradale delle merci “Pesi e Dimensioni”, un provvedimento che potrebbe autorizzare la circolazione stradale dei gigaliner, camion dotati di semirimorchi più lunghi e più pesanti.
Al riguardo le associazioni italiane ferroviarie Fermerci e Fercargo hanno lanciato l’allarme perché l’approvazione delle nuove disposizioni «segnerebbe un duro colpo per il settore ferroviario».

«L’insieme di queste norme – si legge in una nota congiunta – non favorisce la sicurezza stradale e colpisce l’ambiente, perché limita lo sviluppo del trasporto intermodale e aumenta il rischio di congestionamento delle strade. La proposta appare in forte contraddizione con gli obiettivi di sostenibilità ambientale introdotti dal Green Deal Europeo che individua nel trasporto ferroviario delle merci la modalità di trasporto ineguagliabile nel ridurre l’impatto ambientale delle catene di trasporto in Europa, grazie alle sue prestazioni in termini di emissioni di Co2 ed efficienza energetica».

Secondo uno studio di RFF (Rail Freight Forward, associazione che raggruppa le principali imprese ferroviarie continentali) gli impatti negativi che la direttiva porterebbe sulle strade europee sono quantificabili in oltre 10 milioni di camion in più, per circa 6,6 milioni di tonnellate ulteriori di CO2 rispetto ai livelli attuali.

Secondo Fermerci e Fercargo la scelta dei gigaliner «significa compromettere lo sviluppo del trasporto ferroviario merci e vanificare la portata degli investimenti sino ad oggi sostenuti per consentire la crescita del trasporto intermodale e dello shift modale, con trasferimento dei volumi dalla gomma al ferro».

Secondo studi di settore, un trasferimento modale inverso ferro-gomma potrebbe infatti portare a una diminuzione del 16% per il trasporto intermodale e del 21% per quello merci su rotaia.
«Il settore infine – spiegano ancora le associazioni ferroviarie – non trarrebbe alcun beneficio dal completamento dei lavori PNRR sull’infrastruttura ferroviaria, pianificati fino al 2026 e sostenuti con ingenti investimenti, la cui attuazione sta arrecando gravi disagi alla circolazione ferroviaria e ha già comportato una perdita di competitività del trasporto ferroviario merci rispetto ad altre modalità».

Fermerci e Fercargo, in conclusione, chiedono alle Istituzioni comunitarie e nazionali di «effettuare una scelta di politica dei trasporti chiara e coerente, altrimenti la crisi degli operatori della logistica ferroviaria diventerà irreversibile».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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