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In Abruzzo una case history da imitare. Distinguersi per essere competitivi

La Tauro Autotrasporti di Teramo ha sperimentato la ricetta perfetta per stimolare la domanda del trasporto e della logistica in un territorio poco dinamico, grazie a innovative modalità organizzative

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Per un’azienda di trasporti, operare in un’area non particolarmente vivace dal punto di vista produttivo e delle relazioni industriali, rappresenta un «gap» rispetto a chi si trova vicino ai grandi poli produttivi e logistici, dove l’export e la domanda sono più spiccati. E se si vuole intraprendere la sfida del trasporto internazionale la situazione si complica, specie per chi si trova in regioni distanti dai centri nevralgici europei. Ma ci sono imprese che decidono di affrontare questa strada in salita e la Tauro Autotrasporti di Teramo è una di queste. La società, che ha oltre 30 anni di storia alle spalle e conta circa 50 addetti, una flotta di 50 trattori e motrici e 85 semirimorchi con cui gestisce più di 15.000 spedizioni annue coprendo 4,5 milioni di km, ha trovato la ricetta perfetta per vincere questa sfida della competitività. Gli ingredienti? Un bilanciato sistema di trasporto intermodale, l’utilizzo di strumenti digitali come la borsa carichi e l’avvio di sinergie con le aziende produttrici locali. «Effettivamente è vero che nel territorio in cui sorgiamo non c’è un tessuto produttivo molto attivo – racconta Domenico Tauro, amministratore e titolare della Tauro Autotrasporti – tuttavia esiste una rete infrastrutturale che ci rende vicini a tante realtà, come per esempio il collegamento intermodale gomma-ferrovia tra l’Interporto di Pescara e quello di Novara».

Camion abruzzesi sulle strade d’Europa

Ingrediente essenziale nella ricetta di Tauro è anche la disponibilità, a Teramo, di un hub logistico di 3.500 mq al cui interno convoglia e poi assembla le varie tipologie di merci, soprattutto groupage, su rimorchi o su autotreni da indirizzare poi verso la destinazione in maniera intermodale tramite la ferrovia. In questo modo riesce a ottimizzare i carichi e ad allargare il perimetro di clienti, sia il raggio di azione delle missioni gestite, che coprono l’Italia ma anche l’Europa (in particolare Francia, Germania e Benelux). Strategiche sono anche le collaborazioni avviate negli anni con le aziende del territorio. «Abbiamo accompagnato molte realtà locali verso l’export – spiega Tauro – realtà che magari prima facevano un po’ fatica ad affacciarsi oltre confine e noi gli abbiamo messo a disposizione l’organizzazione e la rete distributiva. Con un mutuo beneficio: sono cresciute loro, ma siamo cresciuti anche noi».

La collaborazione con Teleroute

Fondamentale, poi, la collaborazione con la borsa carichi Teleroute, attiva sin dal 2004, che permette di trovare vettori disponibili o merci da trasportare, al fine di evitare i viaggi di ritorno a vuoto. «La sinergia con Teleroute rappresenta uno dei nostri punti di forza. Grazie a loro riusciamo a far rientrare i nostri automezzi sempre carichi. E ciò avviene sia sulle tratte nazionali che internazionali». Ma Tauro non intende fermarsi. Obiettivo dell’azienda è infatti quello di crescere ancora. «La nostra ambizione – conclude Tauro – è di raddoppiare le tratte verso il nord Europa e crearne di nuove verso i Paesi dell’Est». La ricetta, ovviamente, è sempre la stessa. Aumentano – diciamo così – i posti a tavola…

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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