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Lupi lascia: ecco i nomi dei possibili sostituti

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Il ministro Maurizio Lupi lascia l’incarico. Le dimissioni – annunciate ieri sera a Porta a Porta – saranno formalizzate dopo l’informativa sulle Grandi Opere che si terrà stamattina alle 11 alla Camera. Nel corso della giornata di ieri c’era stato l’incontro del ministro con Angelino Alfano e il primo ministro Matteo Renzi e forse in quel contesto Lupi ha maturato la convinzione di fare un passo indietro.

COSA SI PROSPETTA? LO SPACCHETTAMENTO
Lo scenario più probabile è quello di affidare il dicastero ad interim allo stesso Renzi, che avrebbe anche fatto intendere molto chiaramente che non gradirebbe sostituire Lupi con un altro esponente NCD, anche se dall’altra parte lo stesso ministro dimissionario ha replicato che «affidare l’incarico a un uomo del PD sarebbe un errore». E allora?

Il calendario dice già lunedì il premier andrà dal presidente delle Repubblica Sergio Mattarella a discutere la questione. Ha quindi una mangiata di ore – 72 per la precisione – per cercare di portare in porto un’operazione che in molti definiscono di «spacchettamento» del ministero. Vale a dire staccare dalle Infrastrutture e Trasporti le competenze che fino a ieri erano riferite alla struttura tecnica di missione condotta da Incalza, per poi mettere quel che resta nelle mani di una figura tecnica.

I POSSIBILI TECNICI
Il nome più probabile sembra quello di Raffaele Cantone, presidente dell’authority anticorruzione, il quale però non sarebbe molto contento della prospettiva ed ecco quindi che, in seconda fila, spuntano pure altre ipotesi papabili, come quella di Mauro Moretti, attualmente AD di Finmeccanica ma per lunghi anni al timone delle Ferrovie, o quella di Andrea Guerra, ex AD di Luxottica e oggi consulente dello stesso Renzi. Per qualche quotidiano avrebbe qualche possibilità anche il magistrato Nicola Gratteri.

LA STRADA POLITICA
Se questa strada non dovresse raggiungere il traguardo, a quel punto scatterebbe la scelta politica, per certi versi più complessa. Anche qui i nomi sono tanti. Il primo è quello di Graziano Delrio, attualmente sottosegretario alla presidenza, che sarebbe sostituito dal presidente del Cipe Luca Lotti, anche se per qualcuno lo stesso Lotti potrebbe essere insediato direttamente al ministero delle Infrastrutture.

Altra ipotesi plausibile potrebbe essere quella di Debora Serracchiani, responsabile Trasporti del PD con un passato di impegno nel settore in Commissione Trasporti al parlamento europeo. Ma per lei si prospetterebbe a quel punto un bivio, visto che assumendo l’incarico di ministro dovrebbe rinunciare a quello di presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, conquistato – non proprio in maniera scontata – attraverso una tornata elettorale recente (circa un paio di anni).

Ecco perché qualcuno ipotizza pure che Renzi potrebbe utilizzare l’occasione per dare un contentino alla minoranza del partito. Per esempio, chiedendo di ricoprire l’incarico a Matteo Mauri, che allle Infrastrutture c’era già stato quando a guidare il dicastero era guarda caso Bersani.

E l’NCD?
Ovvio che questi ultimi scenari non sarebbero – come detto – molto graditi all’NCD. Ed ecco perché per compensazione viene dato per scontato l’arrivo di Gaetano Quagliarello agli Affari Regionali. Certo, il peso di questo ministero è decisamente più contenuto rispetto al baraccone delle Infrastrutture. Ma magari con qualche contentino qua e là…

COMMENTI DELL’AUTOTRASPORTO
Dal mondo dell’autotrasporto, per adesso, c’è un solo commento, quello della presidente di CNA-Fita, Cinzia Franchini, che interpreta le dimissioni di Lupi come «un atto di responsabilità a cui ci auguriamo possa seguire, da parte del Governo Renzi, un’azione decisa di rinnovamento e controllo all’interno del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti seriamente colpito nella credibilità dei suoi apparati tecnici e nelle sue procedure da questa ultima indagine». 

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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