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Ma il contributo del Sistri è da pagare? No. Anzi sì. Cioè no!!!

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Sistri vuol dire polemica. Qualunque atto legato a questo fantomatico sistema di tracciabilità dei rifiuti solleva sempre contraddizioni evidenti. L’ultima in ordine di tempo è del mese di agosto, mese in cui si è assistito a un «uno-due» così spiazzante da lasciare in molti di stucco. Ecco i fatti.
Il primo affondo è contenuto nella Legge 7 agosto 2012 n. 134, quella che convertiva il decreto detto Cresci Italia e sembrava chiudere il capitolo Sistri, sospendendo esplicitamente (all’art. 52) il sistema fino a quando non sarebbero state condotte le opportune verifiche sulla sua funzionalità e semplificazione e comunque non oltre il 30 giugno. Ma soprattutto sospendeva il pagamento dei contributi per l’anno 2012.
Poi il 23 agosto arriva un secondo affondo di segno completamente opposto, affidato a un decreto del ministro dell’Ambiente datato 25 maggio 2012, n. 141 e destinato a entrare in vigore il 7 settembre, in cui si prevede l’onere del pagamento del contributo da effettuare entro il 30 novembre.
Com’è possibile che a distanza di così poco tempo il governo dica e si contraddica? Ovviamente questa domanda se la sono posta in tanti. Conftrasporto ha scritto al Ministro dell’Ambiente e per conoscenza al Presidente della Corte dei Conti, chiedendo di rendere coerente i due atti normativi. Ma anche Rete Imprese Italia si è detta preoccupata per la riproposizione del contributo a carico delle imprese per l’annualità 2012 e ha auspicato che il Sistri venga “integralmente ripensato”, rispondendo a criteri di “efficienza, trasparenza, economicità e semplicità”.
Intanto una soluzione credibile è quella individuata da Italia Oggi del 28 agosto. In pratica per fugare ogni confusione – si spiega sul quotidiano economico – bisogna tener conto che il decreto  è stato firmato dal ministro dell’Ambiente a maggio, quindi prima di quanto è stato poi previsto dal D.L. n. 83/2012, convertito nella legge 134/2012. In pratica rispetto ai contributi è quest’ultimo l’atto normativo a cui guardare, non l’altro, anche se la date di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale potrebbero trarre in inganno. In attesa che giunga una conferma ufficiale…

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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