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Nella spending review del governo ci sono pure «nuove forme di sostegno all’autotrasporto»

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La chiamano spending review e in pratica è la razionalizzazione della spesa pubblica che dovrebbe servire, nelle intenzioni del governo, a scongiurare il prospettato aumento dell’Iva dal 21 al 23% previsto in autunno. A quali voci ci si affida per alleggerire la spesa della pubblica amministrazione?
L’elenco è lungo e a predisporlo sarà un comitato presieduto dal premier Mario Monti, che comunque affiderà un ruolo di primo piano al commissario ad hoc Enrico Bondi, il manager che ha l’indiscusso merito di aver lavorato sodo per rimettere in ordine i conti di Parmalat senza mai concedere un’intervista. Insomma, poche chiacchiere e molti fatti. E qui di fatti si parla, anche se per adesso soltanto scritti.
Nei documenti diffusi dal Consiglio dei Ministri, infatti, già si indicano alcune amministrazioni interessate dai tagli, dalla giustizia all’interno, dalla scuola ai trasporti. Ma cerchiamo di capire più in dettaglio in che modo la spending review si interesserà di trasporti.
La prima indicazione riguarda la riforma del trasporto pubblico locale e fin qui niente di nuovo, visto che se ne parla da anni senza successo. Poi si fa menzione della riforma della motorizzazione civile (che dovrebbe trasformarsi in una agenzia di servizi autofinanziati) e della riduzione del numero delle autorità portuali, operazione questa più di buon senso logistico che di tagli alla spesa.
Ma l’indicazione interessante – anche perché non propriamente chiara – è relativa al trasporto merci su strada, visto che il documento del governo parla di «nuove forme di sostegno all’autotrasporto». Cosa vuol dire? Se non fosse un documento che parla di razionalizzazione della spesa pubblica, si potrebbe pensare a un investimento pubblico per razionalizzare un settore che comunque rimane centrale per la movimentazione, la distribuzione e l’esportazione delle nostre merci. Ma qui si parla di tagli. E quindi tutto lascerebbe pensare a una rivisitazione in senso riduttivo dei sostegni pubblici che ogni anno lo Stato concede all’autotrasporto. Insomma, meno soldi ma spesi in maniera diversa, per sostenere cioè in maniera nuova il settore. Cosa voglia dire «nuova» per adesso non è dato sapere, né a maggior ragione con quali importi verrà finanziata. Ma la curiosità è davvero tanta.  

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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