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Trasportounito vuole visionare i documenti dell’Albo Autotrasporto

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Trasportounito torna alla carica. All’associazione guidata dal segretario Maurizio Longo, che aveva vissuto il suo momento di gloria con l’organizzazione di un fermo alla fine del 2013, non era mai andata giù quella porta che l’Albo dell’Autotrasporto gli aveva sbattuto in faccia. Alla domanda di adesione, infatti, aveva ottenuto un diniego come risposta, motivato dalla mancanza di iscrizione al CNEL. Ma il tempo passa e anche il CNEL è entrato nell’elenco di quegli organi costituzionali giudicati inutili, in questi tempi di spending review e così una delle condizioni richieste per l’accesso rimane in qualche modo lacunosa. Forse sarebbe il caso di colmarla, ma intanto lo stesso Longo intende puntare dritto al cuore dell’Albo, mettendone in dubbio la sua stessa funzione. E per dimostrare che in fondo il suo operato serve a poco, visto che costituisce – dice un comunicato dell’associazione – una «duplicazione rispetto al REN» e che per questo per le aziende di autotrasporto è un costo inutile, una gabella, Trasportounito ha chiesto di accedere agli atti dell’Albo stesso. Di cosa si tratta? È in pratica uno strumento con cui la legge 142/1990 garantisce la trasparenza della Pubblica amministrazione. E consiste nel potere/diritto riconosciuto a qualunque interessato di richiedere, di prendere visione e ottenere copia dei documenti amministrativi.

Servirà a qualcosa? E comunque questo accesso è realmente possibile? «Qualora non fosse concesso l’accesso agli atti richiesto – precisa Longo – ci troveremmo nella condizione di invitare le nostre imprese a non pagare la gabella e contemporaneamente a utilizzare strumenti legali più cogenti».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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