Veicoli - logistica - professione

HomeProfessioneUfficio trafficoCoop di autotrasporto di Pomezia creava crediti Iva per maxi-frode fiscale

Coop di autotrasporto di Pomezia creava crediti Iva per maxi-frode fiscale

A insospettire la Guardia di Finanza era il giro di fatture emesse da una cooperativa pometina che ammontava a oltre 200 milioni di euro. Una montagna di soldi che serviva soltanto a generare, in capo agli utilizzatori, consistenti crediti IVA (43 milioni in tre anni), da compensare con imposte da versare all’Erario

-

Grazie all’operazione «Sordida Charta» la Guardia di Finanza ha smascherato una maxi-frode fiscale ai danni dello Stato, pari a circa 43 milioni di crediti Iva “fantasma”, orchestrata tramite una cooperativa di autotrasporto di Pomezia (Roma). La frode, perpetrata con l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, indebita compensazione di imposte e contributi con crediti fiscali fittizi, è stata scoperta proprio seguendo le mosse della cooperativa.

Dalle ispezioni, infatti, sono emerse dubbie operazioni fiscali relative a ingenti costi riferiti a operazioni intrattenute dalla cooperativa con società di Roma e provincia assolutamente sproporzionate rispetto al giro d’affari della società.

A capo dell’organizzazione un avvocato romano che, avvalendosi della collaborazione di numerosi sodali, aveva costituito 33 società “cartiere”, intestate a “prestanome” e senza alcuna struttura imprenditoriale. Parte dei proventi illeciti accumulati dal professionista, pari a circa 2 milioni di euro, era stata reinvestita nell’acquisto di immobili, imbarcazioni, automobili, oltre che in imprese e attività finanziarie estere.

I controlli, svolti anche attraverso l’esame dei conti correnti bancari, hanno fatto emergere un giro di fatture per operazioni inesistenti per oltre 200 milioni di euro, finalizzate a generare, in capo agli utilizzatori, consistenti crediti Iva, i quali sono stati compensati con imposte e contributi da versare all’Erario. In questo modo, il sodalizio ha maturato, in tre anni, oltre 43 milioni di crediti Iva “fantasma”, parte dei quali ceduti dietro compenso ad altre imprese allo scopo di consentire anche a quest’ultime indebiti risparmi fiscali e contributivi.

In seguito agli elementi emersi durante le indagini preliminari, l’autorità giudiziaria ha disposta il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente di beni mobili e immobili per oltre 25 milioni di euro e denunciato oltre 30 persone fra le province di Roma, Bologna, Milano, Novara, Nuoro, Teramo, Torino e Viterbo.

Redazione
Redazione
La redazione di Uomini e Trasporti

close-link