Veicoli - logistica - professione

HomeProfessioneLeggi e politicaPioltello (Mi): infortunio mortale per un autista al carico

Pioltello (Mi): infortunio mortale per un autista al carico

Aveva 48 anni, si chiamava Stefano Sainaghi, viveva nella provincia di Novara, ma lavorava per un’azienda lodigiana attiva nel trasporto a temperatura controllata. Ha perso la vita mentre era in attesa di caricare in una logistica della GDO perché il suo veicolo, non bloccato, gli è piombato addosso. Un caso tragicamente frequente…

-

Stefano Sainaghi aveva 48 anni, era residente a Romagnano Sesia (Novara) e faceva l’autista per conto di un’azienda di autotrasporto del lodigiano specializzata nel trasporto di prodotti a temperatura controllata. Venerdì scorso ha vissuto il suo ultimo giorno di lavoro, perché dopo essere giunto a Pioltello, vicino Milano, nel polo logistico di una importante società della Grande Distribuzione, ha parcheggiato il suo camion ed è sceso, nell’attesa che gli caricassero la merce. Invece, quando era già fuori dalla cabina si è improvvisamente voltato e si è reso conto che il veicolo pesante che aveva condotto fino a un attimo prima non era completamente fermo. Anzi, si sta muovendo e scorreva fin troppo velocemente verso di lui. Ha tentato di reagire, di interrompere quel movimento fermandolo con le mani, ma la massa del veicolo, troppo più grande di lui, l’ha schiacciato con un semirimorchio parcheggiato alle sue spalle

Una fatalità, certo, sulla quale però riflettere. La prima cosa che è apparsa evidente agli agenti della polizia locale intervenuto poco dopo, è stato che il camion “omicida” non era stato bloccato adeguatamente con i cuneri ferma ruote. Una dimenticanza, purtroppo, o se preferite una leggerezza fin troppo frequente. Pensate che in Italia negli ultimi cinque anni ci sono stati più di 31 mila infortuni sul lavoro che hanno interessato autisti di camion impegnati al carico-scarico. In 170 casi questi incidenti sono stati mortali. E nel 21,4% a provocare questi infortuni mortali è stato quello che l’Inail definisce «l’avviamento intempestivo del veicolo», quell’evento cioè che coincide con tutti quei casi in cui a determinare l’incidente è il movimento non previsto di un veicolo di qualsiasi tipo. Accade rispetto a un camion, ma anche con trattori o altri mezzi. Con il camion, però, sembra accada più spesso. Prova ne sia che nel 19,4% dei casi tutti gli infortuni di questa categoria avvengono in aree dedicate al carico e scarico. Ma la cosa ancora più significativa – come spiegano le analisi del sistema Infor.Mo dell’Inail – «è la discrepanza tra il dato complessivo e quello della dinamica in esame relativamente alla mansione svolta dai lavoratori coinvolti. Infatti, mentre solo il 6% del totale dei casi ha riguardato un conduttore di mezzi pesanti e camion, nei casi di avviamento intempestivo tale figura rimane coinvolta nel 25,3%».

Insomma, questo significa che sul punto c’è da fare tanto. Sembrerà una banalità, sembrerà un tempo perso, ma quell’operazione di infilare i cunei sotto alle ruote una volta che si è parcheggiato il veicolo può aiutare a salvare la vita. D’altra parte, anche nel caso del povero Stefano camion e semirimorchio sono stati posti sotto sequestro, ma senza però iscrivere alcun nome di persone indagate, né avanzare un’ipotesi di reato. Segno che nell’incidente non sono state riscontrate responsabilità di terze persone.

Il numero monografico di Uomini e Trasporti di maggio approfondisce proprio questo argomento e, più in particolare, tutti quei casi in cui le operazioni di carico e scarico diventano una fonte di rischio e una causa di infortunio per un autista di camion. Per approfondimenti:
https://www.uominietrasporti.it/categoria/rivista/rivista-2023/387-maggio-2023/

Redazione
Redazione
La redazione di Uomini e Trasporti

close-link