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Scania S770. La massima potenza a costi ridotti

770 CV di potenza e 3.700 Nm di coppia sono tanti. Forse necessari soprattutto per i trasporti eccezionali, anche perché si potrebbe presumere che sfruttandoli su strada per trasporti tradizionali si rischia di non far tornare i conti. Invece, grazie a una rivisitazione radicale del suo V8, il costruttore svedese riesce a trovare un equilibrio: 3,6 km/l di consumi in autostrada e 28 centesimi di costo chilometrico complessivo. E con un allestimento non certo economico…

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Nella corsa alle potenze dei veicoli industriali stradali, Scania ha raggiunto con il suo otto cilindri a V la soglia dei 770 CV a 1.800 g/m, con una coppia massima di 3.700 Nm raggiunta tra 1.000 e 1.450 g/m, fregiandosi così del titolo di camion più potente. Per raggiungere questo valore senza aumentare consumi ed emissioni inquinanti, il costruttore svedese ha apportato modifiche al V8, che lo distinguono nettamente dalla generazione precedente. Cambia il progetto dell’unità di sovralimentazione, che ora è raffreddata ad acqua e usa cuscinetti a sfere, mentre per ridurre l’attrito di camme e pistoni gli ingegneri hanno applicato nuovi materiali. Scania è intervenuta anche sul software che governa l’impianto d’iniezione per aumentarne la pressione.

Altro importante cambiamento riguarda il sistema di abbattimento delle sostanze inquinanti, che abbandona definitivamente la tecnologia ECR per usare solo quella SCR, ossia l’eliminazione degli ossidi di azoto dai gas di scarico tramite un catalizzatore che usa l’additivo. L’impianto dello Scania S770 prevede due erogazioni di additivo: una avviene prima che il gas di scarico entri nella turbina, la seconda oltre la turbina e prima del catalizzatore.
Complessivamente, Scania ha modificato settanta componenti della catena cinematica del V8, che continua a dialogare con il cambio automatizzato GRSO926R a 12 rapporti in avanti più overdrive e due in retromarcia, anch’esso modificato rispetto al modello 905.

Il test: allestimento e percorso

Il costruttore svedese sostiene che tali innovazioni permettono alla nuova generazione del V8 una riduzione dei consumi di gasolio fino al 3% rispetto alla generazione precedente. E per dimostrarlo, ha messo a disposizione un esemplare per la nostra consueta prova su strada lungo l’anello misto che comprende un ampio tratto della A1 (Milano-Parma, andata e ritorno), l’arrampicata della Cisa fino a Berceto e un tratto di trafficata strada provinciale alle porte di Milano. La combinazione portata in Italia da Scania è però insolita: invece dell’autoarticolato con semirimorchio molto carenato, abbiamo trovato un autotreno formato da una motrice 6×2 e un rimorchio con due assi centrali e timone telescopico. È un allestimento che non favorisce certamente i consumi e che neppure è adatto per un motore da 770 CV, perché usato in genere per carichi che privilegiano il volume al peso. In realtà, anche per un autoarticolato per merce pesante tale potenza è eccessiva e il suo naturale impiego è nell’autotrasporto eccezionale. Ma è una situazione dove è praticamente impossibile svolgere una prova su strada a carico, quindi siamo saliti su questo autotreno, che comunque era a 44 tonnellate di massa complessiva.

La cabina era di tipo S, la più spaziosa e con pavimento piatto, che ovviamente è la più amata dagli scanisti e comunque la più desiderata da chi lavora su lunghe distanze, grazie all’altezza utile interna di 2.070 mm. Per la guida, l’autista ha uno sterzo elettrico che offre anche la correzione attiva: se i sensori rilevano che il camion stia superando la segnaletica orizzontale di delimitazione della corsia, oltre ad avvisare attuano automaticamente una correzione di traiettoria per prevenire l’uscita di strada.

Consumi e potenze

Con questi presupposti abbiamo iniziato il nostro viaggio sullo Scania S770 V8, partendo dall’area di servizio di Assago posta lungo la tangenziale Ovest di Milano per raggiungere la barriera di Melegnano dell’autostrada A1. Sono circa 16 km percorsi senza problemi, alla media di 72 km/h e con un consumo di 3,7 km/l. Poi inizia il lungo tratto di autostrada pianeggiante, fino all’ingresso della A15, percorso in modalità completamente automatica e con il cruise control impostato a 85 km/h. Sono una novantina di chilometri dove il software Scania è riuscito a tenere quasi sempre l’overdrive e un regime intorno ai 1.000 g/m, con un paio di scalate solo in corrispondenza dei rallentamenti di due cantieri, fenomeni consueti nel nostro panorama autostradale. Il risultato all’imbocco della Cisa è una velocità media di 84 km/h con un consumo di 4,2 km/l, che è anche il migliore dell’intera prova. Al ritorno, infatti, ripercorriamo lo stesso tratto nella carreggiata opposta a una velocità media praticamente uguale (85 km/h), ma con un consumo leggermente superiore (3,8 km/l) a causa di un traffico più intenso, che ha richiesto più frequenti variazioni di velocità. Possiamo comunque dire che la media complessiva di 4 km/l è un valore decisamente ottimo per un autotreno a 44 ton. Se vogliamo fare i conti, al prezzo di 0,993 euro al litro (al netto dell’Iva e dello sconto sulle accise) l’andata e ritorno lungo l’A1 ci costa circa 46 euro.

L’attacco della Cisa, dallo svincolo dell’A1 a Borgotaro inizia con una pendenza quasi impercettibile, per impennarsi progressivamente in una serie di curve. In questo tratto si può ancora mantenere una buona velocità e comincia a emergere la potenza di questo V8: percorriamo i 42 km alla velocità media di 81 km/h consumando un litro ogni 2,4 km. I restanti 9 km sino allo svincolo di Berceto mettono alla prova tutti i camion, ma gli otto cilindri dello Scania S770 permettono di mantenere una media di 77 km/h, tenendo la dodicesima marcia per l’intero tratto a un regime che non supera i 1.200 giri. Una prestazione che si paga in gasolio, il cui consumo si attesta su un chilometro esatto per litro.

Spesa recuperata al ritorno, perché lo Scania scende a 53 km/h da Berceto a Borgotaro consumando pochissimo (16,7 km con un litro) e da Borgotaro all’imbocco dell’A1 a 80 km/h con un consumo di 7 km/litro. In soldoni, la salita dall’A1 a Berceto ci costa 26,5 euro, mentre per la discesa paghiamo solo 6,3 euro. Passata la barriera di Melegnano imbocchiamo lo svincolo per Binasco, che raggiungiamo sulla trafficata (e densa di rotonde) Provinciale 40 alla velocità media di 53 km/h e con un consumo di un litro ogni 2,6 km. A Binasco imbocchiamo la Statale 35 verso Milano (che oltre alle rotonde ha anche tre semafori, per fortuna tutti verdi) e raggiungiamo l’imbocco della Tangenziale Ovest alla velocità media di 44 km/h, consumando un litro di gasolio ogni 2,4 km. I 770 CV dello Scania sono ovviamente repressi in queste condizioni, ma in compenso il comfort della cabina e le sospensioni pneumatiche integrali dell’autotelaio ci salvano da un fondo stradale che mostra i segni del traffico pesante che lo solca ogni giorno. Questo tratto di viabilità extraurbana ci costa quasi 10 euro di gasolio, cui aggiungiamo 1,3 euro per gli ultimi tre chilometri di Tangenziale Ovest che mancano per tornare all’area di servizio di Assago, che come spesso accade registra traffico intenso. Tirando le somme, abbiamo percorso i 331 km della prova con un consumo medio di 3,6 km/l, che scende a 3,8 km/l considerando solo la tratta autostradale, mettendo a bilancio un costo complessivo per il gasolio di 94,8 euro, ossia poco più di 28 centesimi al chilometro.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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