Vania Zoppè è una boscaiola, anzi è – forse – l’unica boscaiola che ancora rimane nel Veneto. Quarantatré anni, gestisce ad Alpago, in provincia di Belluno, una ditta boschiva, aperta nel 2011 e che attualmente segue insieme al suo compagno. Una passione ereditata dal padre, a sua volta titolare di un’impresa del settore, in cui lavorava anche mamma e che lei ha frequentato fin da piccola, da quando cioè aveva 12 anni.
È un lavoro che ama e che non cambierebbe con nient’altro al mondo, anche se i margini di profitto, ci racconta, non sono alti «Il guadagno non è importante – sorride – non si diventa certo ricchi a fare questo mestiere». Ma così può stare a contatto con la splendida natura della foresta del Cansiglio, a cavallo tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, 6 mila ettari di verde e boschi incontaminati.
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«Tagliamo le piante e consegniamo i tronchi in segheria, teniamo a posto i boschi e lavoriamo con i privati – ci spiega – Prima ci occupavamo dei faggi, prevalentemente legna da ardere; ora trattiamo anche l’abete bianco e rosso, alberi per segherie che poi vanno in Austria, dove ritirano molti carichi e lavorano in quantità, o più spesso nel Trevigiano».
Per questa attività di trasporto Vania utilizza veicoli adeguati alla bisogna, che le permettono di soddisfare la sua seconda passione: sedersi al volante di un autocarro.
«Per il trasporto usiamo un Volvo FH16 da 750cv e un vecchio Iveco TurboStar 190 36, tutti e due allestiti con la gru, che serve appunto ad accatastare i tronchi sul mezzo». Veicoli che Vania non riesce sempre a guidare per le tante incombenze che la sua azienda richiede, ma sui quali appena può sale per immergersi nella natura e viaggiare nel silenzio del bosco: «Devo dire che guido molto di più il Volvo, con cui mi trovo benissimo – ammette l’imprenditrice veneta – Mentre giri sulle strade e sui sentieri immersi nel verde, c’è una pace e una tranquillità che è incredibile. Poi a fine giornata vedi il tratto di bosco che hai sistemato ed è una grande soddisfazione».
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Del resto Zoppè ha tutte le regole per essere anche una brava camionista, visto che possiede le patenti A, B, C ed E: «Il lavoro è pesante – continua – ma non credo ci debbano essere differenze tra uomini e donne; noi siamo in grado di fare tutto. Devo anche dire che non mi sono mai sentita discriminata, anche se nell’ambiente sono circondata da soli uomini. Il rispetto c’è sempre stato».
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Anche il futuro è comunque tracciato: «Finita la scuola, ho già inserito in azienda dai primi di gennaio mia figlia Elisa che ha 18 anni, mentre l’altro figlio Andrea è ancora piccolo (15 anni), ma mi ha già detto che quando sarà grande verrà ad aiutarmi. Credo abbiano capito il mio grande amore per il bosco. E anche per attraversarlo in camion, sia ben chiaro».
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Vania ha avuto anche un ruolo nella serie ‘Undercut’ su DMax, girata finanche in pieno inverno con temperature arrivate anche a -20°C, in cui veniva seguito il lavoro di quattro squadre di boscaioli dalla Val di Fiemme e dall’Altipiano di Vezzena in Trentino fino alla foresta del Cansiglio. Otto settimane di ripresa per un centinaio di ore di girato che l’hanno vista protagonista e che ne hanno ribadito – anche se non ce n’era bisogno – la capacità professionale e la perseveranza.