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Mal di schiena lombare. Quel dolore che non va via

L’essere costretti per lavoro a star seduti dietro a un volante e a subire le vibrazioni che il mezzo produce, non gioca a favore della schiena. Ricorrere agli antidolorifici può non essere l’unico mezzo per alleviare i dolori alla schiena. Certamente non lo è per prevenirli, come sarebbe molto più utile e saggio fare

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Torniamo a parlare di mal di schiena, una fastidiosa realtà che affligge buona parte della popolazione e anche gli autotrasportatori non ne sono esenti tant’è che spesso si sente parlare del “mal di schiena degli autisti”. Trascorrere molte ore alla guida assumendo una postura non corretta, l’obesità e il sovrappeso, un sedile non confortevole, le vibrazioni del mezzo, la sedentarietà, il freddo, il lavoro di carico e scarico fatto in modo errato, sono solo alcuni esempi dei fattori scatenanti di questo disturbo.

IL TERMINE “mal di schiena” è molto vago ed è perciò importante che si riesca a definire più nel dettaglio. In questo caso facciamo riferimento al mal di schiena lombare ovvero a tutte quelle situazioni in cui il dolore viene provocato da un infortunio dei muscoli o dei legamenti della parte inferiore della schiena. È il mal di schiena più comune e che i medici chiamano “mal di schiena non specifico”, in quanto spesso la persona non si ricorda l’evento preciso che lo ha scatenato. Le sue cause sono diverse: una contrattura, uno stiramento o uno strappo, l’assunzione di una postura errata per un periodo prolungato di tempo, uno sforzo eccessivo o esagerato a carico della schiena, un movimento sbagliato improvviso.
Ma può essere provocato anche da altre situazioni patologiche come le ernie, la sciatalgia, i calcoli renali, le fratture, eccetera.

I SINTOMI PRINCIPALI sono una forte sensazione di dolore, bruciore, rigidità o difficoltà nei movimenti, localizzati all’altezza dei fianchi. Il dolore può essere acuto, quando si manifesta in seguito a un movimento errato (lombalgia acuta) e solitamente scompare nel giro di qualche settimana; oppure cronico (lombalgia cronica), quando compare in modo graduale e dura per diversi mesi. In questo caso la sensazione dolorosa non è costante, ma può alternare fasi in cui è più inteso ad altre in cui lo è meno.

COSA È MEGLIO FARE? Quando si comincia a manifestare il dolore è importante, soprattutto nel caso in cui sia molto forte, invalidante e non diminuisca nell’arco del tempo o della giornata il consiglio è sempre quello di rivolgersi al proprio medico curante. Il medico potrebbe richiedere ulteriori esami (come una tac, una radiografica o una risonanza magnetica) per escludere la presenza di patologie più gravi. Qualora la problematica si limiti a un infortunio muscolare le terapie prescritte combinano l’assunzione di farmaci antiinfiammatori o antidolorifici, con l’applicazione del ghiaccio e la prevenzione, ovvero evitare tutte quelle situazioni che possono scatenare il dolore (sollevare carichi, assumere posture non corrette, effettuare movimenti bruschi, sono alcuni esempi). Se il dolore dovesse persistere, potrebbe essere opportuno rivolgersi a un fisioterapista per un ciclo di manipolazioni, ma anche di semplici esercizi di stretching mirati e di consigli su come correggere delle abitudini scorrette.

QUALCHE SUGGERIMENTO PER RIDURRE O PREVENIRE IL MAL DI SCHIENA

La buona notizia è che se è causato da un problema posturale o da una abitudine scorretta è possibile intervenire per correggerlo. Ecco qualche consiglio pratico.

  • mantenere una postura corretta mentre si guida: la schiena deve essere appoggiata al sedile e la nuca appoggiata sul poggia testa in posizione verticale, le mani devono impugnare il volante nella parte superiore, il sedile non deve essere troppo distante dai pedali e dal volante e deve avere un sostegno all’altezza della zona lombare in modo da consentire alla schiena di rilassarsi;
  • correggere la postura quando si dorme: anche durante il sonno è importante che la schiena possa scaricare la tensione muscolare. Per questo motivo è consigliabile dormire o in posizione supina (cioè a pancia in su) con un cuscino sotto le ginocchia, oppure di lato con le ginocchia piegate;
  • fare esercizi di stretching mirati durante le pause: è possibile farsi consigliare da un fisioterapista quali esercizi sono più indicati per ridurre il dolore e decontrarre la muscolare da praticare durante le pause della giornata (nelle aree di sosta o direttamente in cabina). In internet si trovano molti suggerimenti, ma è sempre meglio rivolgersi direttamente a un esperto in modo da svolgere quelli più adatti per il proprio corpo;
  • praticare dell’attività fisica almeno un paio di volte alla settimana: attività come il nuoto, corsa, la ginnastica dolce, il pilates, alcuni esercizi con le macchine della palestra, aiutano a mantenere la muscolatura elastica, prevenendo così la sedentarietà e le contratture muscolari;
  • mantenere la schiena calda: sembra il “consiglio della nonna”, ma in realtà non è da sottovalutare. Il freddo infatti favorisce la contrattura muscolare, mentre il caldo ne permette il rilassamento. Tenere una maglia della salute, una panciera o una canottiera che scaldi la zona lombare previene la contrattura da freddo, soprattutto nei periodi invernali;
  • sollevare i pesi in modo corretto: lo sforzo non deve essere a carico della schiena ma delle gambe (il carico va tenuto il quanto più possibile vicino al corpo, il busto deve essere eretto, le gambe piegate e il bacino arretrato);
  • prendersi una pausa per ridurre lo stress: ebbene sì, anche lo stress favorisce l’assunzione involontaria di posture errate e, di conseguenza la contrattura dei muscoli. Prendersi un momento in cui semplicemente respirare, sgranchirsi le gambe, fare una breve passeggiata, a volte può essere davvero un tocca sana per la nostra schiena.

Curiosità: Perché si dice “maglia della salute”

La maglietta della salute non è altro che una maglietta intima che si indossa a contatto con la pelle. Indossarla, aita ad allontanare i problemi causati dal freddo; assorbe il sudore e consente di mantenere un isolamento maggiore tra il calore uniforme e costante del corpo e l’esterno. Soprattutto in caso di temperature basse difende il corpo dagli sbalzi di temperatura.

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