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Vibrazioni fastidiose

Premetto, il camion con cui lavoro è piuttosto vecchio anche se il sedile è dotato di sospensioni pneumatiche e ha molte regolazioni, a sera avverto dolori alla schiena. Ho pensato che è proprio il sedile che non riesce a minimizzare le vibrazioni del veicolo, soprattutto quando percorro alcune strade, tipo la E45, un po’ sconnesse. Avrebbe qualche consiglio da darmi?
Luciano B._Mercato Saraceno (FC)

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Il rischio vibrazioni si presenta quando un lavoratore utilizza strumenti o macchinari che sollecitano gli apparati del corpo umano e gli autotrasportatori sono esposti alle vibrazioni trasmesse più genericamente dal veicolo (volante, sedile) e attribuibili al fondo stradale, al tipo di percorso, alla pesantezza del carico, alla velocità. Va da sé che viste le tante variabili, le conseguenze per la salute sono complesse e dipendono anche dalla frequenza delle vibrazioni stesse, vale a dire dal numero delle oscillazioni al secondo.

Le vibrazioni trasmesse a corpo intero a bassa frequenza (sono quelle comprese tra 0,1 e 2 Hz), oltre ad aumentare fatica e sonnolenza, sarebbero le responsabili del fastidioso «mal d’auto» («chinetosi» in gergo medico), cioè di tutta una serie di disturbi neurovegetativi quali stanchezza, pallore, sudorazione fredda, vertigini, cefalea, nausea e vomito che possono influire negativamente sulle capacità di guida o rendere particolarmente penoso uno spostamento in macchina.

All’esposizione prolungata alle vibrazioni si associa un aumentato rischio di disturbi e lesioni a carico del tratto lombare della colonna vertebrale: lombalgie e lombo-sciatalgie, artrosi, discopatie ed ernie discali lombari o lombosacrali. L’insorgenza di tali patologie è influenzata anche da caratteristiche individuali quali l’età, l’obesità, il fumo, la costituzione corporea, la postura e i pregressi traumatismi alla schiena. Nell’autotrasporto possono avere anche un effetto concausale rispetto a fattori come le posture prolungate (per il medio-lungo raggio) e per l’eventuale movimentazione manuale dei carichi.

Secondo alcune ricerche, inoltre, gli effetti cronici delle vibrazioni non si limiterebbero alle patologie della colonna lombare, ma coinvolgerebbero anche il collo e le spalle (cervico-brachialgie) nonché l’apparato gastroenterico (disturbi digestivi, gastrite, ulcera), il sistema venoso periferico (varici agli arti inferiori, emorroidi), l’apparato genitale femminile (disturbi del ciclo mestruale) e il sistema cocleo-vestibolare (turbe dell’equilibrio, diminuzione dell’udito per effetto sinergico con il rumore).

Come segnalato da alcune pubblicazioni in materia di medicina del lavoro, la valutazione del rischio da vibrazioni nel settore dei trasporti su strada è difficoltosa in quanto influenzata dal modello e dalla manutenzione dei mezzi, dallo stato del manto stradale, dalle caratteristiche fisiche del conducente.

Buon viaggio!

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Annagiulia Gramenzi
Annagiulia Gramenzi
Ricercatore Dip. medicina clinica Univ. Bologna
Scrivete a Annagiulia Gramenzi: salute@uominietrasporti.it

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