Sono ormai diversi anni che l'Autorità dei Trasporti richiede alle aziende di autotrasporto un contributo per il proprio funzionamento. Ma queste aziende, tramite pronunce di più giudici amministrativi, sono riuscite a scongiurare tale versamento. Adesso però le cose sembrano prendere una direzione completamente opposta. Come andrà a finire?
Il provvedimento annunciato dal ministero dei Trasporti entra in vigore con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Date da ricordare: 15 febbraio parte la possibilità per inviare le domande
Camion intrappolati per ore nelle autostrade, oppure fermati fuori del casello e spediti a intasare la rete stradale. Gli autotrasportatori chiedono, invece, che tutte le società di gestione intervengano subito con lame spazzane e mezzi spargisale, come succede all’estero, ma anche sull’autostrada del Brennero. E che le associazioni partecipino ai Comitati per la viabilità.
Per il Consiglio di Stato anche l’autotrasporto dovrà pagare il contributo all’Autorità dei trasporti, ma solo dal 2019 perché il decreto Genova ha ampliato la platea dei contribuenti ai servizi logistici e l’autotrasporto fa parte comunque della filiera. Protestano le associazioni che pensano a un ricorso europeo e chiederanno al nuovo governo di correggere la norma
L'autotrasporto è una professione sempre più vecchia con la metà degli autisti che supera i 55 anni e solo lo 0,4% che sta sotto i 24 anni. Segno che i giovani non vogliono più fare questo lavoro. Perché è impegnativo, costringe a stare lontano da casa e dagli affetti, assicura retribuzioni magre. La causa di tale deriva è spesso riferita alla forza lavoro giunta dall'Est dopo l'allargamento della UE. Ma proprio dall'Europa adesso arrivano possibili soluzioni. Si chiamano Pacchetto Mobilità, ma pure la Next Generation EU. Ce ne parla l'onorevole Elisabetta Gualmini, componente della Commissione Lavoro del Parlamento europeo