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Autotrasporto: il decalogo è questo

Tutte le associazioni dell’autotrasporto hanno presentato proposte concrete alla politica che si candidava alle elezioni del 25 settembre. Cosa c’è in quei documenti di valido a prescindere dalla contingenza? Quali sono cioè le priorità guardando il settore dal suo punto di osservazione “ministeriale”?
Claudio M_Piacenza

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anche partendo da un punto di osservazione “ministeriale”, non si possono non condividere i presupposti e gli obiettivi che tutte le organizzazioni rappresentative delle imprese di autotrasporto hanno posto alla base delle loro proposte alla politica, avanzate in occasione delle elezioni per il rinnovo del Parlamento: il riconoscimento dell’importanza  fondamentale del settore dell’autotrasporto e della logistica per il nostro Paese (circa 90.000 imprese, che sviluppano 180 milioni di euro di fatturato), ormai ampiamente acclarato a tutti i livelli istituzionali ed economici, deve passare dalle parole ai fatti, trovando rispondenza in iniziative concrete, di breve come di medio periodo.
In effetti, aldilà della contingenza emergenziale che oggi attraversa tutti i comparti economici, i mali endemici che affliggono il settore dell’autotrasporto non hanno ancora trovato soluzioni in grado di superarli.
Le ricette proposte dalle associazioni di categoria hanno, ovviamente, molti punti in comune, e impegnano il nuovo Parlamento e l’Esecutivo, oltre che le autorità ministeriali competenti, a intraprendere iniziative di diverso contenuto, che interessano ovviamente aspetti economici, sociali e professionali, ma soprattutto riguardano il campo delle regole. Vale la pena di soffermarsi su alcune di queste, che meritano adeguata valutazione in quanto suscettibili di impattare positivamente sul governo del settore, in un’ottica di maggiore trasparenza del mercato e di semplificazione dei servizi:

  • occorre dare vita a quello che appare il necessario completamento dell’attuazione del regolamento UE 1055/2020, per la parte che interessa il requisito dello stabilimento, con una norma che consenta l’effettivo rispetto della proporzione tra il numero dei veicoli e dei conducenti in capo all’impresa e il volume delle operazioni di trasporto dalla essa effettuate. In tal modo, si potrebbero realmente contrastare quelle forme di intermediazione, che non danno alcun valore aggiunto all’attività di autotrasporto;
  • vanno ripresi in esame i criteri inerenti la rappresentanza delle imprese del settore, perché si attivi un confronto pubblico/privato, volto ad assicurare che siano i soggetti associativi degli autotrasportatori ad avere la titolarità di tale rappresentanza;
  • appare ineludibile un riesame della normativa sui costi di riferimento, con l’obiettivo di contrastare forme di concorrenza sleale, aggravate dall’attuale stato di crisi economica, con l’applicazione di prezzi dei servizi non coerenti con gli effettivi costi di esercizio delle imprese. La soluzione che verrà individuata dovrà comunque rispettare la disciplina comunitaria in materia di libertà di concorrenza, tenendo conto della sentenza emessa dalla Corte europea di giustizia nel settembre del 2014;
  • è necessario affrontare con carattere priorità il tema delle attese al carico e scarico delle merci. Una analisi condotta proprio da Uomini e Trasporti ha fatto emergere disfunzioni e inefficienze lungo la catena logistica, con perdite di tempo che coprono quasi la metà dell’impegno medio giornaliero di un autista. Evidentemente, la disciplina dei tempi massimi di attesa, prevista dall’ormai datata legge 127 del 2010, che fissa in due ore il periodo di franchigia, e un indennizzo di  40 euro/ora si è rivelata insufficiente.
    Infine, last but not least, occorre portare avanti l’azione intrapresa dal MIMS nel corso di quest’anno con l’istituzione di una Commissione incaricata di redigere un documento programmatico per l’individuazione delle infrastrutture e dei sistemi di mobilità prioritari per lo sviluppo sostenibile del Paese, allo scopo di dar vita al Piano generale dei trasporti e della logistica. Va ricordato che, dallo scorso mese di giugno, accanto alla Commissione opera un Comitato scientifico, con la presenza degli stakeholder del settore, che ha il compito di svolgere attività consultiva, propositiva e di supporto alla Commissione stessa per la definizione dei piani settoriali. Si tratta di iniziative che richiedono uno sforzo congiunto degli organi amministrativi, esecutivi e legislativi: c’è quindi da augurarsi che non si applichi il deleterio criterio di demolire quanto fatto finora e che anzi riprendano quanto prima i lavori dei tavoli dedicati al settore della logistica “ereditati” dal precedente Esecutivo.

Clara Ricozzi
Clara Ricozzi
ex direttore di dipartimento c/o ministero Trasporti
Scrivete a Clara Ricozzi: ministerieco@uominietrasporti.it

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