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Camion elettrici a passo lento in Italia: ecco il confronto (negativo) con i Paesi europei

Uno sguardo al mercato degli e-truck nel nostro Paese. Nel 2023 ne sono state immatricolate 72 unità, in aumento del 323% rispetto alle 17 unità del 2022. Ma parliamo ancora di cifre irrisorie, tant’è che la loro presenza sul mercato rappresenta ancora solo lo 0,3% del totale dei veicoli registrati in Italia

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Il mercato dell’elettromobilità pesante fa fatica a decollare nel nostro Paese. Lo dicono i più recenti dati Anfia, apparentemente positivi, ma che nella realtà dei fatti fotografano un andamento ancora troppo poco incoraggiante. Perché nel 2023 vi è stata sì una crescita (+323% di immatricolazioni di camion elettrici), ma parliamo di cifre irrisorie (72 unità vendute nel 2023, contro le 17 dell’anno precedente). Di più: sempre facendo riferimento al 2023, la presenza degli e-truck sul mercato rappresenta complessivamente solo lo 0,3% del totale dei veicoli registrati in Italia, percentuale relativamente modesta.

Se buttiamo un occhio anche alle altre alimentazioni alternative, scopriamo che c’è un leggero incremento delle immatricolazioni di veicoli a gas naturale compresso (GNC), passate da 278 a 307 unità, e anche degli ibridi diesel-elettrici, da 12 a 249 unità. In calo, invece, i camion alimentati a gas naturale liquefatto (GNL), scesi da 668 a 213 unità (-68,1%), principalmente a causa dell’incremento del costo del gas negli ultimi anni. Regna invece ancora incontrastato il gasolio, con 28.587 unità immatricolate (+12,3% sul 2022).

Fonte: Anfia

Ma, tornando all’elettrico, resta evidente il «passo lento» fatto registrare da questa alimentazione, soprattutto se si confronta la quota di penetrazione sul mercato (in Italia, come detto, è dello 0,3%) in confronto alla media dei Paesi Ue (1,5%), con picchi addirittura del 10,9% in Norvegia, 8,6% in Svizzera, 7,1% in Olanda e 6,4% in Danimarca. E anche se volessimo escludere i Paesi del Nord Europa, da anni tradizionalmente più avanti nella transizione energetica, e guardassimo ai top 5 mercati europei, il confronto sarebbe comunque negativo, dal momento che Germania (2,3%), Regno Unito (2,8%), Francia e Spagna (1,2%) fanno registrare quote sensibilmente superiori a quella italiana.

Questo «gap» può essere spiegato, in buona parte, con l’analisi delle cifre degli incentivi statali. Guardando agli aiuti stanziati dai vari Governi ci si accorge infatti che in Paesi molto vicini all’Italia vengono attuate politiche più mirate al cambio di passo, più spinge «generose» a far cambiare abitudini ai clienti tradizionalmente legati ai combustibili fossili.

Giusto per fare qualche esempio: in Italia, i contributi per il periodo 2022-2025 sono di 50 milioni di euro (25 mila euro a mezzo). In Austria tra il 2023 e il 2025 la cifra stanziata è di 365 milioni di euro, pari a finanziare l’80% del nuovo camion. In Francia sono stanziati 534 milioni di euro dal 2023 al 2030 pari una incentivazione di 100.000 euro per una motrice e 150.000 euro per un trattore. In Germania, invece, dal 2021 al 2024 il Bundestag ha messo a disposizione 1 miliardo e 600 mila euro pari all’80% dell’acquisto. Infine la Spagna ha messo sul piatto 174 milioni di euro dal 2022 al 2024 pari a coprire da 130 mila a 190 mila euro il costo di un mezzo elettrico. Cifre che lasciano l’Italia all’ultimo posto senza nessun appello.

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