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Il danno ambientale involontario sta per diventare reato: l’autotrasporto (preoccupato) scrive al governo

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Una cosa è certa: all’autotrasporto piace scrivere. Il dubbio ci aveva già punto nello scorso mese, quando da Unatras in particolare, ma anche da Anita, erano partite delle missive rivolta per lo più al ministro dei Trasporti, ma non solo.

Ora con una lettera inviata il 27 marzo scorso si è allargata sia la platea dei mittenti sia quella dei destinatari. A scrivere infatti stavolta sono unitariamente Unatras, Anita e Fedit, mentre a ricevere sono il presidente del Consiglio (ma anche ministro Infrastrutture e Trasporti) Matteo Renzi, il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e il presidente della VIII Commissione Ambiente Ermete Realacci.

Motivo dell’epistola è una proposta di legge che ha già fatto un passaggio alla Camera e uno al Senato, subendo però degli emendamenti che l’hanno costretta a tornare nuovamente nell’altro ramo del Parlamento. A preoccupare l’autotrasporto è il contenuto di questa disposizione, con cui si punisce con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 10.000 a euro 100.000 “chiunque abusivamente cagiona una compromissione o un deterioramento significativi e misurabili delle acque o dell’aria, o di porzioni estese o significative del suolo o del sottosuolo”

I rappresentanti delle organizzazioni di categoria non se la prendono tanto con gli obiettivi generali che si vanno a perseguire con una tale norma, ma sono preoccupato rispetto «ad alcune criticità che potrebbero essere causate dall’applicazione pratica delle norme in discussione» rispetto agli autotrasportatori. In particolare, nella lettera si lamenta il fatto che nelle diverse fattispecie incriminatrici prevista nella normativa non si differenzia «la natura del trattamento sanzionatorio a seconda che le condotte illecite siano poste in essere con dolo o con colpa, prevedendo una mera riduzione delle pene per i delitti commessi colposamente e la previsione di una responsabilità penale, benché attenuata, anche in caso di ravvedimento operoso». Di conseguenza, se tutto dovesse rimanere così, per gli autotrasportatori si potrebbero verificare conseguenze spiacevoli.

L’esempio citato nella missiva è il seguente: «un incidente stradale che coinvolga un veicolo carico di merci pericolose in regime ADR, con relativo sversamento di esse, evento non intenzionale che potrebbe configurare una condotta penalmente rilevante anche nel caso in cui l’autista e l’impresa abbiano agito nel pieno rispetto della normativa nazionale ed internazionale che disciplina tali tipologie di trasporti».

Insomma, anche «nel caso siano poste in essere immediatamente e spontaneamente le attività di bonifica e ripristino dello stato dei luoghi, in caso di inquinamenti fortuiti ed accidentali» in ogni caso il trasportatore sarebbe gravato di un’accusa penale. Ecco perché Unatras, Anita e Fedit chiedono «che nel provvedimento vengano introdotte opportune differenziazioni di trattamento sanzionatorio che, mediante una modifica all’art. 452-decies (ravvedimento operoso), escludano la responsabilità penale in caso di messa in sicurezza, bonifica e, ove possibile, ripristino dello stato dei luoghi».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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