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Le tariffe dell’autotrasporto raggiungono nuovi record in Europa

Prezzi ancora in salita nel secondo trimestre 2022. Lo rivela il report European Road Freight Rate Benchmark, elaborato da IRU, Transport Intelligence e Upply. Gli aumenti sono ai massimi storici in tutto il continente, influenzati da una serie di fattori come la guerra in Ucraina, l'indebolimento della domanda di trasporto su strada, l'instabilità sociale e l'inflazione

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L’inflazione, l’indebolimento della domanda, l’instabilità sociale e la guerra in Ucraina stanno determinando un’evoluzione tumultuosa dei prezzi del trasporto stradale. A rivelarlo è l’edizione del secondo trimestre 2022 dell’European Road Freight Rates Benchmark, prodotto da Transport Intelligence, Upply e IRU. Si tratta di un report che analizza trimestralmente i noli stradali europei e le prospettive di mercato.

Le cause degli aumenti

Il report individua e quindi tiene separati i fattori che stanno incidendo sull’aumento delle tariffe per il trasporto merci stradale; per ciascuno di essi fornisce dati e informazioni precise.

  • Guerra in Ucraina: sicuramente uno dei fattori più impattanti. Lo studio sottolinea come a marzo, a seguito dell’invasione dell’Ucraina, il prezzo del gasolio al lordo delle imposte nell’UE-27 sia balzato del 69% rispetto al livello di gennaio.
  • Indebolimento della domanda: diversi indicatori segnalano un indebolimento della domanda di trasporto stradale europeo, con il calo dell’attività in tutte le principali economie e i tassi di inflazione che pesano sulla fiducia dei consumatori e delle imprese.
  • Inflazione in aumento: l’inflazione è in aumento in tutti i Paesi europei e a giugno ha raggiunto il livello record dell’8,6% nell’Eurozona. Secondo gli ultimi dati, la Spagna sta registrando l’aumento più elevato con un +10,2%, superiore alle altre principali economie europee: Germania (7,9%), Francia (5,8%), Italia (8%) e Regno Unito (9,1%).
  • Carenza di autisti: la carenza riguarda l’intero continente europeo. La Germania si trova in una situazione particolarmente critica, con una carenza stimata tra i 50.000 e gli 80.000 autisti di camion. I lavoratori migranti rappresentano il 24% della forza lavoro tedesca e la perdita di cittadini ucraini che tornano a difendere il proprio Paese ha ulteriormente limitato l’offerta di autisti in Germania.

Uno sguardo all’Europa

A ciò si aggiunge il fatto che in alcuni corridoi si sono registrati aumenti molto significativi delle «tariffe spot». Citiamo ad esempio il caso di Francia/Gran Bretagna: in seguito alla Brexit, le operazioni di trasporto tra i due Paesi sono diventate più costose e più lunghe. Anche nella tratta Germania/Polonia, ad eccezione del collegamento Duisburg-Varsavia, le tariffe hanno raggiunto nuovi massimi storici dopo aver seguito una tendenza al rialzo dall’inizio della pandemia. «La domanda – spiega il report – ha risentito in particolare dell’indebolimento dell’industria in Germania e Polonia. L’instabilità creata dal conflitto in Ucraina è particolarmente evidente in questa parte d’Europa e influisce anche sullo sviluppo delle prospettive industriali».

E le previsioni per i prossimi mesi non sono delle più rosee. Thomas Larrieu, Chief Executive Officer di Upply, ha sottolineato come «gli autotrasportatori debbano ancora far fronte a significativi aumenti dei costi (carburante, manodopera, ecc.), quindi è probabile che le tariffe rimangano a livelli elevati nei prossimi mesi».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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