Assumere giovani (fino a 36 anni) e donne oggi può costare molto meno. Nei commi 297 e 298 dell’unico articolo della Legge di Bilancio (la n. 197 del 29 dicembre 2022 pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 303 del 29 dicembre 2022) è stata riproposta in forma maggiorata una disposizione già esistente dal 2018 che esonera le aziende al versamento dei contributi dal 1° gennaio al 31 dicembre 2023, laddove assumano a tempo indeterminato (o laddove trasformino da determinato in indeterminato) un giovane under 36 che non è mai stato titolare di un rapporto di lavoro o una donna svantaggiata.
Chiariamo due aspetti importanti: a quanto ammonta l’esonero e cosa si intende per «donna svantaggiata».
A quanto ammonta l’esonero
L’esonero contributivo è totale, vale a dire raggiunge il 100% dei versamenti, seppure per un tempo massimo di 18 mesi. Esiste un tetto, soltanto che fino allo scorso anno questo tetto arrivava a un massimo di 6.000 euro annui, mentre dal 2023 è stato innalzato a 8.000 euro. Stando ai calcoli effettuati dal Sole 24 Ore, il risparmio che un datore di lavoro può ottenere con tale misura è quantificabile di fatto tra un minimo di 407 euro e un massimo di 600 euro mensili.
Peraltro, seppure è diversa dalla misura in analisi, esiste un’altra forma di esonero totale, che interessa i datori di lavoro che assumono nel corso dell’anno soggetti che beneficiano del reddito di cittadinanza. Con questa differenza: per i giovani e le donne l’esonero contributivo vale fino a un massimo di 36 mesi, qui non va oltre i 12 mesi (seppure con un tetto annuo massimo di 8.000 euro).
Quali sono le donne svantaggiate
Chiariamo invece quali sono le donne svantaggiate. Ebbene, vengono considerate tali:
- quelle di qualsiasi età prive di un impiego da almeno 6 mesi e residenti in una delle regioni del Sud;
- quelle di qualsiasi età prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno 24 mesi, a prescindere dal luogo di residenza;
- quelle disoccupate da più di 12 mesi se hanno un’età superiore ai 50 anni;
- quelle che andranno a svolgere una professione in cui è presente un forte tasso di disparità di genere uomo-donna, tale cioè da superare di almeno il 25% il valore medio annuo.
A quantificare tale disparità è direttamente un decreto (per il 2023 è il decreto interministeriale n. 327 del 16 novembre 2022), da cui risulta pari al 9,5%. La soglia sopra la quale un settore è caratterizzato da un tasso di disparità uomo-donna superiore di almeno il 25% del valore medio è pari all’11,9%.
Ebbene, nell’allegato a tale decreto vengono pubblicate alcune tabelle in cui si elencano in dettaglio tali settori e tra questi compare sia il trasporto merci e il magazzinaggio, sia la conduzione di veicoli. Quindi, l’incentivo può essere tranquillamente utilizzabile da aziende di logistica, ma anche attive nell’autotrasporto, in particolare per impiegare donne nel lavoro di autista.
![](https://www.uominietrasporti.it/wp-content/uploads/2023/01/tabella1-1024x544.jpg)
![](https://www.uominietrasporti.it/wp-content/uploads/2023/01/tabella2-1024x312.jpg)
Ci sono però dei vincoli. Il datore di lavoro che intende beneficiare di tali esoneri contributivi per assumere giovani, infatti, non deve aver fatto nei sei mesi precedenti all’assunzione e nei nove successivi licenziamenti individuali per giustificato motivo o licenziamenti collettivi nei confronti di lavoratori inquadrati nella stessa qualifica.