Prorogata dalla Commissione europea l’esenzione dal pagamento dei pedaggi stradali e dei diritti d’uso per i mezzi pesanti (autobus e camion) a zero emissioni sulle strade europee fino al 30 giugno 2031. La misura, che altrimenti sarebbe scaduta a dicembre 2025, era stata prevista dal Piano d’azione per il settore auto europeo, per offrire un incentivo significativo alle aziende a investire in veicoli pesanti a zero emissioni che – come la Commissione spiega in una nota – “hanno di solito un costo iniziale superiore a quello dei loro omologhi convenzionali, il che li rende meno attraenti per gli acquirenti”.
Verso la neutralità tecnologica
Con l’abolizione dei pedaggi, dunque, l’Ue intende rendere i mezzi a zero emissioni un’opzione più praticabile per le aziende. “Dobbiamo creare le condizioni giuste per sostenere le imprese europee e premiare chi si muove per primo nella transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio”, ha dichiarato il commissario per i Trasporti Apostolos Tzitzikostas che durante la sua prima visita ufficiale in Italia si è espressamente dichiarato a favore della neutralità tecnologica in vista della verifica dei regolamenti Ue per l’automotive anticipati a fine anno. Attualmente, le norme Ue per il taglio emissioni di veicoli pesanti nuovi prevedono una riduzione del 43% delle emissioni entro il 2030, ma anche questa parte della normativa europea potrebbe essere sottoposta a verifica ed eventualmente a revisione prima della fine del 2025, come anticipato in questo nostro articolo.
Un piano Ue per l’Alta velocità

Tra gli altri punti affrontanti durante la visita del Commissario Ue in Italia anche un piano di lungo termine per sviluppare una rete ferroviaria ad alta velocità in Europa che punti a collegare le più importanti città del Continente. Il tema è stato al centro dell’incontro tra Tzitzikostas, il ministro Matteo Salvini e l’Amministratore delegato del Gruppo FS, Stefano Antonio Donnarumma. Sul tavolo anche il Masterplan sull’Alta Velocità europea e gli investimenti infrastrutturali che aprano anche a modelli alternativi di finanziamento, in particolare il modello RAB (Regulated Asset Base), uno strumento di finanziamento volto a incentivare gli investimenti nei settori infrastrutturali di utilità pubblica, garantendo un equilibrio tra la sostenibilità economica e i benefici per la collettività. Lo sviluppo delle infrastrutture è un obiettivo cruciale del Piano Strategico 2025-2029 del Gruppo FS che garantisce investimenti per 100 miliardi di euro in cinque anni, di cui solo il 13% finanziati con fondi PNRR. Di questi 100 miliardi, 62 saranno destinati alle infrastrutture nazionali.