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Processo Perego sul traffico di rifiuti speciali: condannato il titolare, assolti gli autisti

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L’accusa era grave: aver messo in piedi un’organizzazione criminale che gestiva l’intero ciclo dei rifiuti speciali, dal trasporto allo smaltimento, raccogliendoli in diversi cantieri un po’ in tutta la Lombardia per poi trasferirli in un’area nei pressi di Cassago e reimmetterli sul mercato in modo illecito come materiali di riempimento in altri lavori. Tra questi, il sottopasso della Como-Bergamo a Lurago d’Erba, il cantiere delle Varesine a Milano, quello per il raddoppio ferroviario Carnate-Airuno lungo la Lecco-Milano, quello per il raddoppio della statale 475 ex Paullese.

Un’accusa che colpiva i titolari dell’azienda, ma anche 18 dipendenti compresi diversi autisti. Ieri mattina però il presidente del Tribunale penale di Lecco, Enrico Manzi, ha assolto praticamente tutti gli autisti (“per non aver commesso il fatto”), tranne uno, quello che veniva considerato il loro rappresentante e “capo”, Tommaso Ghezzi, condannato a un anno e quattro mesi, la stessa pena inflitta anche a Paolo Sala, un altro dipendente che si occupava di gestire tabulati, registri e formulari di tutti i veicoli dell’azienda. Ma la condanna più grave – due anni – ha colpito Ivano Perego, titolare di un’impresa edile di Cantù e di quella di movimento terra con sede a Cassago Brianza, il quale però era già stato condannato a 10 anni e 11 mesi in altro procedimento (Infinito-Tenacia) per concorso esterno in associazione mafiosa. Soltanto un anno invece per Claudio ed Elena Perego, fratelli di Ivano.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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