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Infortuni sul lavoro con mezzi di trasporto: +21,5% nei primi 8 mesi del 2021

Nell'anno che si sta per chiudere, in un contesto di gradualità nella ripresa delle attività economico-sociali, si evidenzia un aumento delle denunce rispetto al 2020. In crescita anche i casi mortali (+18,2%). Il settore dei Trasporti e magazzinaggio è quello più interessato da infortuni in termini assoluti: circa 1.500 le denunce, pari a un quinto del totale

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Nei primi otto mesi del 2021 le denunce di infortuni sul lavoro avvenuti con mezzo di trasporto sono state 35.663, di cui la maggior parte (quasi 28.000, i tre quarti) lungo il tragitto casa-lavoro-casa (dunque in itinere). Il confronto con i primi otto mesi del 2020 mostra un sensibile aumento degli infortuni sul lavoro «stradali» (+21,5% rispetto alle 29.000 denunce di allora, oltre 6.000 in più). In aumento anche i casi mortali: da gennaio ad agosto 2021 sono stati 156 (+18,2% rispetto ai 132 casi dello stesso periodo del 2020).

A snocciolare questi dati è un rapporto dell’Inail sugli «infortuni sul lavoro con mezzo di trasporto coinvolto», redatto allo scopo di fornire una panoramica del fenomeno evidenziando, a partire dai dati delle denunce pervenute all’Inail e dei casi indennizzati dall’Istituto, gli aspetti più significativi volti a sensibilizzare e favorire l’adozione di politiche prevenzionali mirate all’abbattimento degli infortuni.

L’impatto della pandemia sui dati

Dal rapporto emerge come nel 2021 il balzo in avanti delle denunce di infortuni sul lavoro avvenuti con mezzo di trasporto sia dovuto agli effetti della pandemia. Nel 2020, infatti, le strategie di contenimento del virus avevano previsto blocchi alla circolazione durante i lockdown e massiccio ricorso allo smart working per molti lavoratori, con la conseguenza di ridurre notevolmente in quell’anno gli incidenti stradali, compresi quelli di natura lavorativa.

Stante la mancanza nel 2021 di blocchi alla circolazione stradale e considerando il contesto di gradualità nella ripresa delle attività economico-sociali, i numeri di quest’anno sugli infortuni sono tornati a crescere. Va tuttavia sottolineato che le cifre restano ben al di sotto di quanto rilevato nei primi otto mesi del 2019 ante-pandemia (-27,6% per le denunce in complesso, -33,6% per quelle con esito mortale).

I camionisti tra le professioni più colpite

L’analisi per attività economica, conferma anche che per i primi otto mesi del 2021 il settore dei Trasporti e magazzinaggio (che coinvolge i conducenti professionali, tra cui i camionisti) sia stato quello più interessato da infortuni in termini assoluti (circa 1.500 le denunce, 1/5 del totale), seguito a distanza dal Commercio e dalle Costruzioni (circa 700 ciascuno).

Relativamente alle denunce con esiti mortali, come detto in apertura, sono state 156 (dato provvisorio e soggetto a consolidamento). I casi mortali stradali in itinere (80) quasi si equivalgono con quelli in occasione di lavoro (76), con una convergenza che si differenzia molto da quanto osservato per le denunce stradali non mortali, dove i casi in itinere rappresentano quasi il quadruplo dei casi in occasione di lavoro. «Se ne deduce – si legge nel rapporto dell’Inail – come nei casi con l’esito più grave (la morte) siano particolarmente esposti al rischio i conducenti professionali. È plausibile immaginare come – ad esempio per i camionisti – le maggiori velocità raggiunte nelle percorrenze extraurbane possano risultare più letali del commuting cittadino».

Per attività economica, tra i decessi stradali in occasione di lavoro avvenuti tra gennaio e agosto del 2021, spiccano per numerosità ancora quelli del settore Trasporti e magazzinaggio (quasi una ventina provvisoriamente), seguito dalle Costruzioni con 15 casi.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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