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La sindrome del tunnel carpale: come colpisce gli autisti e come curarla

Patologia silenziosa e invalidante, non risparmia gli autotrasportatori tanto che il ministero della Salute la riconosce tra le malattie professionali

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28.855: è il numero di denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi sei mesi del 2021, in aumento di quasi il 42% rispetto al primo semestre dello scorso anno. Un aumento dopo un 2020 condizionato fortemente dalla pandemia in cui le limitazioni alla circolazione e gli accessi controllati a strutture sanitarie di vario genere hanno disincentivato e reso più difficoltoso al lavoratore la presentazione di eventuali denunce di malattia, rimandandole al 2021 (fonte Inail).
Tra le malattie professionali riconosciute dal ministero della Salute rientra la Sindrome del tunnel carpale, di cui parliamo su suggerimento di un autotrasportatore nostro lettore.

Introdotta nell’elenco delle malattie professionali nel 2008, più precisamente tra quelle muscolo-scheletriche, interessa in particolar modo anche gli autotrasportatori perché può essere causata da quei lavori che implicano movimenti prolungati e ripetuti del polso e di prensione della mano, come l’utilizzo di strumenti che producono vibrazioni all’altezza del sistema mano-braccio, l’assunzione di posture non corrette, la compressione prolungata o degli impatti ripetuti sulla regione del carpo. Lavori che vengono svolti in maniera “non occasionale”, ovvero in modo quotidiano, continuativo e prolungato e che sono parte integrante dell’attività svolta.
La sindrome del tunnel carpale è una neuropatia periferica, cioè una patologia causata dalla compromissione, il deterioramento e, quindi, il mal funzionamento dei nervi periferici. Nello specifico, deriva dalla compressione del nervo mediano (che è il nervo che dal braccio arriva alle dita) all’interno del tunnel carpale (un canale molto stretto che si trova tra la mano e il polso).

I sintomi

Questi si manifestano in modo discontinuo, graduale, con un peggioramento nel corso del tempo. I più frequenti sono: intorpidimento, bruciore e formicolio delle dita della mano – che possono estendersi anche al polso fino al braccio – associati al dolore e alla sensazione di avvertire una “scossa elettrica”; intorpidimento e debolezza della mano e una scarsa sensibilità alle dita, che comportano una presa più debole e meno salda, con la conseguente caduta degli oggetti (ad esempio, le chiavi o la penna).
Solitamente i disturbi si presentano quando si tiene in mano un oggetto per un periodo di tempo abbastanza prolungato (come quando si trattiene il volante mentre si guida). Possono essere più acuti e fastidiosi durante la notte, soprattutto se si dorme assumendo una postura non corretta o che comprime il braccio. In questo caso, può svegliare la persona ripetutamente, causando dei disturbi del sonno.

I fattori di rischio

Oltre alle specifiche condizioni lavorative, ci sono altri fattori che possono aumentare la probabilità che si manifestino disturbi al tunnel carpale: alcune malattie croniche, come il diabete; alcune condizioni mediche, come l’obesità; alcuni fattori anatomici legati alla conformazione del tunnel carpale stesso; alcune malattie infiammatorie, come l’artrite; la familiarità; alcuni traumi, come le fratture al polso.

«L’incidenza maggiore si riscontra
per lo più nelle donne
tra i 45 e i 60 anni»

Che fare

Quando cominciano a manifestarsi i primi sintomi è importante rivolgersi al proprio medico curante, in modo da intervenire il prima possibile. Solitamente la sindrome viene diagnosticata grazie a un esame obiettivo, dove il medico domanda al paziente l’anamnesi, i sintomi, analizza e tasta il polso, chiede di svolgere determinati esercizi e movimenti. Qualora lo reputi necessario, può prescrivere degli esami più specifici, come l’elettromiografia, la radiografia delle mani e le analisi del sangue, in modo da escludere la presenza di altre patologie.

La sindrome del tunnel carpale può essere trattata in vari modi: attraverso l’utilizzo di un tutore al polso, da indossare durante le ore notturne; riducendo o evitando le attività che sollecitino il polso; assumendo dei farmaci antinfiammatori nel caso di dolore acuto; facendo fisioterapia, con specifici esercizi per le mani. Qualora tutto questo non fosse sufficiente e i sintomi dovessero persistere o peggiorare, il medico potrebbe suggerire l’intervento chirurgico.
La buona notizia è che è una condizione da cui si può guarire: la diagnosi precoce, i trattamenti tempestivi, la correzione di abitudini non funzionali al polso e di stile di vita corretti, sono tutti degli interventi che possono notevolmente migliorarne la condizione.

Curiosità

Nella mentalità comune, la sindrome del tunnel carpale è una patologia associata a chi svolge lavoro d’ufficio (utilizzando il pc, scrivendo, parlando al telefono). Questo è senz’altro vero, ma non è l’unica categoria che soffre di tale patologia: anche i lavoratori che si trovano a svolgere attività in cui vi è uno strumento che comporta una vibrazione costante possono manifestarla. Tra questi, vi sono gli autotrasportatori: la ripetitiva iper estensione del polso, il rollio del mezzo che impatta sul volante con continue sollecitazioni al guidatore. Non solo, la postura di chi sta tante ore alla guida può influire sul manifestarsi della patologia.

Qualche buona pratica

I sintomi della sindrome del tunnel carpale sono molto fastidiosi e invalidanti. In attesa dei suggerimenti del medico e del fisioterapista, ecco qualche spunto per alleviare un po’ il dolore senza ricorrere ai farmaci.

  • fare delle pause frequenti: se si sta svolgendo un’attività manuale faticosa e stressante è bene cercare di fare spesso delle pause, anche brevi. In questo modo si allenta la tensione al polso e alla mano, riducendo l’infiammazione;
  • applicare del ghiaccio localmente: il ghiaccio è un ottimo antiinfiammatorio. Avvolgerlo in un panno e posizionarlo sul punto dolente per circa 15 minuti può aiutare a ridurre il gonfiore;
  • praticare degli esercizi di stretching per le mani: ci sono diversi esercizi che si possono fare per cercare di alleviare la tensione al polso. Su suggerimento di un fisioterapista, provate a sceglierne alcuni e a praticarli nei momenti in cui sentite che la tensione al polso sta aumentando (ad esempio, scuotendo la mano o fare “ginnastica” con i polsi);
  • prestare attenzione alla forza utilizzata per svolgere certe attività: a volte può capitare di svolgere alcuni lavori mettendo involontariamente più forza rispetto a quella necessaria. Prestare attenzione e correggere questa abitudine può aiutare a prevenire una successiva infiammazione;
  • migliorare la postura: una postura scorretta, in particolare della schiena, del collo e delle spalle, influisce notevolmente sul peggioramento dei sintomi del tunnel carpale. Cercare di assumere una posizione corretta alla guida, ad esempio, è un valido modo per prevenire eventuali infiammazioni;
  • porre attenzione alla posizione del polso: spesso capita di non mantenere nel tempo una posizione corretta della mano, con una conseguente infiammazione del polso e dell’articolazione del braccio. In questi casi, è importante cercare di porre attenzione alle situazioni in cui non si mantiene una posizione che favorisca il rilassamento della zona interessata, cercando di correggerle su suggerimento di un fisioterapista; 
  • mantenere al caldo la mano: l’esposizione al freddo può causare una maggiore rigidità nei movimenti e una riduzione del flusso sanguigno alla mano, con una maggiore compressione del nervo. Tenere la mano al caldo, magari indossando dei guanti, anche senza dita in lana o in pile, può aiutare a mantenere una maggiore flessibilità;
  • modificare il modo di dormire: uno dei momenti in cui si possono manifestare i sintomi è quando si dorme, a causa di posture scorrette. Per esempio, dormire con il braccio sotto il cuscino o sotto il corpo, può portare a una compressione del polso. Un rimedio, quindi, può essere quello di dormire supino sostenendo il braccio con un cuscino per cercare di non piegarlo;
  • ridurre le attività che possono portare a un aggravamento della tensione: purtroppo non sempre è possibile evitare si svolgere un’attività che possa portare ad una sollecitazione della zona. Tuttavia, si possono utilizzare dei dispositivi ergonomici che diminuiscano lo sforzo del polso (ad esempio, il tutore per mantenere la mano in una certa posizione o dei cuscini specifici che aiutino a sostenere la postura).

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