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Nemici per la pelle

L’aria che respiriamo ogni giorno, che sia sul luogo di lavoro oppure in strada, o in cabina, in qualche modo può influire sulla salute della nostra pelle? Lo chiedo perché con il passare degli anni mi è comparsa una dermatite fastidiosa che si attenua solamente quando sono in vacanza, a passeggiare con la mia famiglia in montagna.
Daniele A_Bologna

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I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità in tema di inquinamento sono allarmanti: il 12-18% di tutti i decessi in Europa si può ascrivere a fattori di stress e contaminazione ambientale e solo l’inquinamento dell’aria determinerebbe ogni anno, sempre in Europa, oltre 400.000 decessi prematuri, essendo causa o concausa di svariate patologie quali in particolare malattie respiratorie, malattie allergiche e neoplasie. Non solo: gli effetti dello smog li sperimentiamo letteralmente sulla nostra pelle, come dimostrano gli studi scientifici ed epidemiologici che negli ultimi anni denunciano a livello globale un preoccupante aumento di alcune patologie dermatologiche come, ad esempio, eczemi, dermatiti atopiche, psoriasi e acne. I danni dell’aria di pessima qualità, contaminata dal traffico automobilistico, dal riscaldamento domestico e dagli insediamenti industriali che liberano ogni anno nell’atmosfera terrestre più di 36 miliardi di tonnellate di CO2 e respirata da circa il 90% della popolazione mondiale, possono essere diretti (cioè provocati dal contatto con le sostanze inquinanti) o anche indiretti (cioè indotti, tanto per fare un esempio, dal cambiamento climatico e dall’aumento delle temperature).

«Secondo alcuni studi, vivere in un’area urbana dopo i 40 anni invecchia la pelle di almeno un anno per ogni decennio che passa, fenomeno noto come pelle da città»

La continua esposizione allo smog, cioè alle polveri sottili e a diversi tipi di altre particelle inquinanti, favorisce l’invecchiamento precoce e la disidratazione della pelle, rendendola spenta, grigiastra, a volte macchiata e comunque più vulnerabile e maggiormente predisposta a irritazioni, allergie, patologie infiammatorie e degenerative. Le estati torride, rese ancora più roventi dai sempre più frequenti incendi, hanno inoltre aumentato la sensibilità cutanea alle radiazioni ultraviolette: questo si traduce in un maggior rischio di tumori della pelle, ma anche in dermatiti e fenomeni di prurito cronico come dimostrato da alcuni studi svolti da ricercatori della California University nel 2018. Sono le persone più giovani e coloro che risiedono nelle città a essere i più colpiti. Basti pensare che secondo alcuni studi, vivere in un’area urbana dopo i 40 anni invecchia la pelle di almeno un anno per ogni decennio che passa, fenomeno noto come “pelle da città”. L’aria irrespirabile di alcune megalopoli cinesi, satura di polveri sottili, biossido di azoto e anidride solforosa, è responsabile inoltre di una nuova forma di acne giovanile descritta da un recente studio condotto su 27.000 ragazzi. E i bambini che vivono in prossimità di svincoli autostradali, dove è più elevato il tasso atmosferico di inquinanti da combustibili fossili, presentano una maggiore incidenza di dermatiti atopiche. Insomma l’allarme è globale e si teme un aumento del numero e della tipologia delle malattie cutanee. Cosa si può fare a livello individuale, nell’attesa che i grandi della terra prendano provvedimenti radicali? Innanzitutto adottare stili di vita più sani e sostenibili e piantare alberi. Bisogna evitare, se possibile, di stare all’aria aperta per periodi prolungati in aree urbane, preferendo le aree verdi. È importantissimo inoltre curare l’aria degli ambienti interni, dove si trascorre l’80-90% del tempo, perché contaminata dalle onde elettromagnetiche e dalla cosiddetta “luce blu” emesse dai dispositivi elettronici e che danneggiano occhi e pelle (gli esperti parlano di “digital aging”, cioè di invecchiamento digitale della pelle), nonché dai cosiddetti “cov”, composti organici volatili (es. formaldeide, toluene, acetaldeide, acetone), particelle emesse da numerosi oggetti di uso comune, soprattutto se in plastica e soprattutto se “profumano di nuovo”. È quindi altresì importante ventilare e aerare frequentemente gli ambienti (soprattutto al mattino presto), controllare e manutenere gli impianti di condizionamento, lavare gli interni usando pochi detersivi e solventi e privilegiando prodotti naturali (meglio il vapore), spegnere o schermare con apparecchi appositi i dispositivi elettronici di notte per evitare emissioni di luce blu, chiedere aiuto alle piante creando “isole verdi”. Senza dimenticare l’igiene personale, evitando detergenti aggressivi e utilizzando indumenti e biancheria di fibre naturali.

Buon viaggio!

Annagiulia Gramenzi
Annagiulia Gramenzi
Ricercatore Dip. medicina clinica Univ. Bologna
Scrivete a Annagiulia Gramenzi: salute@uominietrasporti.it

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