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Anas: allo studio del governo una tariffa attinta dalle accise al posto del pedaggio

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Come si fa a ripagare dei costi che sostiene una società costruttrice di un’infrastruttura stradale? La risposta più ovvia e più diffusa è: attraverso il pedaggio. Oggi però le cose potrebbero cambiare. Il presidente e AD di Anas, Gianni Vittorio Armani, ha proposto al governo di introdurre tramite la legge di Stabilità una sorta di tariffa destinata a sostenere gli investimenti della società, da alimentare attraverso le accise. In pratica una parte delle accise sarebbe destinata a costruzione e manutenzione delle strade.

Secondo Armani questo tipo di finanziamento avrebbe il vantaggio essenziale di far dimezzare i costi di realizzazione in confronto a quelli derivanti dal binomio project financing-pedaggio.  Anche se per essere corretto il meccanismo dovrebbe far gravare l’accisa soltanto sugli utenti di una specifica infrastruttura, senza quindi costituire un aggravio ulteriore.

Ecco perché, stando a quanto anticipato, il governo vorrebbe evitare che dall’operazione derivi un aumento del carburante andando a rinunciare a una quota corrispondente delle accise, recuperando allo stesso tempo i fondi che ogni anno vengono versati all’Anas. 
In pratica la tariffa sarebbe incorporata nel prezzo del carburante e quindi versata dalle compagnie petrolifere direttamente ad Anas. Allo stesso tempo, però, si andrebbero a ridurre altre accise per non far salire il prezzo finale del carburante. 
Certo, lo Stato in questo modo incasserebbe meno dalle compagnie petrolifere, ma al tempo stesso potrebbe compensare l’ammanco trattenendo una parte delle risorse che attualmente gira all’Anas (circa 2 miliardi all’anno). È probabile che per l’operazione si chiamerà in causa l’Authority di regolazione dei trasporti, affinché stabilisca i criteri con cui quantificare tale tariffa stradale, in modo da comprendere la remunerazione del capitale investito netto, gli ammortamenti e i costi operativi attuali di Anas.

Insomma, i problemi sono tanti e malgrado la Ragioneria dello Stato ci stia già lavorando non è detto che si possano risolvere in tempi stretti. Anche perché la presentazione della legge di Stabilità è veramente prossima (il 15 ottobre). Anche se, perso questo treno, non è detto che non si possa attendere quello successivo.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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