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Anita contro il divieto di transito settoriale in Tirolo

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Si torna a parlare di divieti al transito delle merci sull’asse del Brennero con il Tirolo che sta predisponendo una nuova versione del cosiddetto “divieto settoriale”.
Questa sarebbe la terza, visto che negli ultimi anni, già due divieti analoghi sono stati presentati ma poi bocciati dalla Corte di Giustizia UE poiché contrari al principio della libera circolazione delle merci e ritenuti spropositati rispetto all’obiettivo di ridurre l’inquinamento prodotto dal traffico di mezzi pesanti in attraversamento della valle dell’Inn.
Anita, appresa la notizia da fonti giornalistiche, è intervenuta prontamente sia in sede comunitaria sia presso i ministeri italiani dei Trasporti e dello Sviluppo economico, per lanciare il suo grido d’allarme sul progetto tirolese in fase di elaborazione che, come in passato colpirebbe solo alcune tipologie di merci come il trasporto di auto, legname, piastrelle, rifiuti, cereali, marmi arrecando danni anche ai rispettivi settori produttivi.
«Comprendiamo le motivazioni ambientali che sono alla base del provvedimento in fase di predisposizione da parte del Tirolo – ha commentato Thomas Baumgartner, Presidente di ANITA,– tuttavia, un divieto di transito che non prenda di mira i veicoli più inquinanti ma soltanto alcune tipologie di merci, non punta a contrastare efficacemente l’inquinamento bensì a produrre una distorsione della concorrenza in alcune filiere produttive e del trasporto, come è già accaduto in passato».
Oltretutto, secondo l’associazione, alcuni traffici come i trasporti locali e i trasporti con partenza/arrivo nella zona di Innsbruck, sarebbero esclusi dal provvedimento nonostante in queste aree esistano strutture idonee al trasferimento delle merci sui treni, tant’è che il presidente di Anita sostiene che «Non si può chiedere agli altri di trasferire le merci dalla strada alla ferrovia senza dare per primi il buon esempio».
Anita chiede quindi al governo italiano di opporsi al provvedimento per la sua iniquità che falsa la concorrenza sia tra i produttori di beni sia tra gli autotrasportatori dei diversi Paesi, andando contro al principio comunitario della libera circolazione delle merci. «La Commissione europea farebbe bene ad intervenire prima che il danno venga prodotto -ha concluso Baumgartner – ed a maggior ragione dopo che l’esperienza ci ha insegnato che provvedimenti similari hanno subìto una sonora bocciatura da parte della Corte di Giustizia».

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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