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Brexit: il Regno Unito proroga al 2023 i controlli alle importazioni dall’Ue

Storia di una separazione senza fine. Il governo britannico fa ancora fatica a gestire le conseguenze del post-Brexit e ha annunciato l'ennesimo slittamento dei controlli doganali sulle importazioni di merci dall'Unione Europea. Una decisione presa per far fronte all'inflazione e al balzo dei costi energetici globali che stanno colpendo le catene di approvvigionamento

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Il Regno Unito ha deciso di «congelare» l’imposizione dei controlli doganali sulle importazioni di merci dall’Unione Europea, rimandandola alla fine del prossimo anno. Si tratta di un ennesimo rinvio che rende palese il fatto di come il Regno Unito faccia ancora molta fatica a gestire le conseguenze del post-Brexit, soprattutto in un periodo caratterizzato da un’inflazione in sempre più rapida ascesa e dalle delicate contingenze geopolitiche internazionali legate al conflitto Russia-Ucraina.

Il ministro britannico per le opportunità della Brexit Jacob Rees-Mogg ha motivato questa decisione sostenendo che «in questo momento sarebbe sbagliato imporre nuovi oneri amministrativi e rischiare interruzioni nei porti e nelle catene di approvvigionamento», aggiungendo che i controlli farebbero risparmiare alle imprese britanniche fino a 1 miliardo di sterline in costi annuali (spese che ovviamente le aziende non hanno dovuto affrontare quando il Regno Unito era nell’UE).

Il ministro ha poi continuato a descrivere i controlli come «complessi e costosi» e che la loro introduzione non è «la cosa giusta da fare per la Gran Bretagna». Rees-Mogg ha confermato che i controlli che sono attualmente in corso rimarranno. Per essere più precisi, i controlli che dovevano iniziare a luglio ma che sono stati ritardati sono i seguenti:

  • requisito per ulteriori controlli sanitari e fitosanitari (SPS) sulle importazioni UE attualmente a destinazione da trasferire al Border Control Post (BCP);
  • requisito per le dichiarazioni di sicurezza sulle importazioni UE;
  • requisito per ulteriori certificazioni sanitarie e controlli SPS per le importazioni UE;
  • Divieti e restrizioni sull’importazione di carni refrigerate dall’UE.

In sostanza, la mossa del governo britannico significa che gli esportatori dell’UE continueranno a essere in grado di esportare in Gran Bretagna senza eccessive restrizioni o «burocrazie aggiuntive». Anche gli autotrasportatori internazionali possono in qualche modo beneficiare di questa situazione, perché il ritardo nei controlli comporterà che il flusso di merci tra la Gran Bretagna e l’Europa continentale non sarà ulteriormente ostacolato.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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