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ETS, il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin avverte: «Rischio autogol per l’Italia»

Dal palco degli Stati Generali dei Trasporti e della Logistica di ALIS anche Pichetto Fratin si schiera contro la tassa proposta dall’Europa per il settore marittimo. La soluzione potrebbe essere nel fondo globale di ricerca e sviluppo “Fund & Reward”

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«L’ETS rischia di essere un autogoal per il nostro Paese». Anche il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, presente oggi agli Stati Generali dei Trasporti e della Logistica di ALIS, si schiera contro il sistema di tassazione proposto dall’Europa per il settore marittimo. Il 14 luglio scorso la Commissione europea ha infatti previsto una modifica degli ETS applicandola anche al trasporto marittimo per gli armatori di navi superiori alle 5 mila tonnellate.  Il sistema di calcolo prende in considerazione le miglia percorse e le emissioni stimate della nave, poi si applica al 100% se la tratta inizia e finisce in porti europei – ma solo al 50% se uno dei due porti è fuori dall’Ue. A risentirne sono le maxi-navi portacontainer, che in Italia arrivano soprattutto a Gioia Tauro. «Il rischio è quello di incitare a inquinare di più, a fare percorsi più lunghi solo per pagare di meno. Per questo ho posto la questione in Europa in termini molto pratici. Si sono resi conto della situazione assurda che si stava creando, non solo per l’Italia, e ci stanno lavorando» rassicura Picchetto Fratin.

Dallo stesso palco arriva poi la soluzione proposta da Emanuele Grimaldi, Presidente International Chamber of Shipping e AD Gruppo Grimaldi, ossia l’istituzione di un fondo globale di ricerca e sviluppo “Fund & Reward” alimentato attraverso una tassa su tutte le emissioni prodotte a livello mondiale, dal quale si possano poi attingere le risorse per le nuove tecnologie. «Non siamo contro l’ETS per principio – ha spiegato Grimaldi -, tanto che noi stessi abbiamo proposto di tassare tutte le navi che usano carburanti che emettono CO2. Secondo la nostra proposta è prevista una tassa di 50 dollari, per un totale di 10 miliardi di dollari la cui metà potrebbe essere utilizzata per produrre nuovi carburanti nei Paesi in via di sviluppo, che hanno subito i danni maggiori dei cambiamenti climatici, l’altra metà sarebbe a disposizione dei pionieri per ridurre il gap tra gasolio e carburanti a zero emissioni, così da spingere gli armatori ad utilizzare questo tipo di carburanti».

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