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Incontro tra Associazioni di settore e la viceministra Bellanova. Tra conferme e tavoli tecnici

Assicurate le risorse per il settore nella legge di Bilancio, mentre il ministro Giovannini ha firmato i decreti per 100 milioni di incentivi al rinnovo del parco. Tavoli tecnici su intermodalità, autisti, regolamento comunitario e aumenti dei carburanti. E a breve potrebbero tornare i costi di riferimento

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Non si vedevano – tutti insieme, sia pure in videoconferenza – dallo scorso giugno. I temi sul tappeto erano tanti e si erano lasciati con l’impegno di rivedersi a breve per cercare soluzioni a una transizione ecologica e a una ripresa post pandemia che rischiano di entrare in conflitto, danneggiandosi a vicenda, e sembrano aver scelto come terreno di scontro proprio il mondo dell’autotrasporto.
La viceministra alle Infrastrutture e alla Mobilità sostenibili, Teresa Bellanova, e le associazioni dell’autotrasporto si sarebbero dovute incontrare già prima dell’estate per avviare tavoli di lavoro sui nodi principali, poi la riunione era stata rinviata a dopo le vacanze, ma a metà settembre c’è stato un nuovo slittamento, attribuito dal ministero a una non meglio precisata «richiesta di rinvio avanzata da alcune associazioni».

I presenti e il nuovo Albo

Evidente il riferimento alle nuove procedure di ammissione all’Albo degli autotrasportatori che, affidando la scelta alle Confederazioni e limitando l’indicazione  di ciascuna di queste a una sola associazione, ha provocato uno sconquasso in assetti che sembravano consolidati, tenendo fuori del Comitato centrale rappresentanze come Assotir, Fiap, Unitai e facendo spazio a organizzazioni come la Confederazione libere associazioni artigiane italiane (CLAAI, mai apparsa sulle scene dell’autotrasporto) o la Confesercenti, a cui si è aggrappata Trasportounito per recuperare in extremis la legittimità che Confetra gli aveva negato preferendole la tradizionale Fedit.


In questa situazione, per Bellanova era già un affare delicato individuare quali associazioni convocare per l’incontro. Se l’è cavata invitanto le dieci presenti nel Comitato centrale (Anita, Casartigiani, Confartigianato Trasporti, Claai, Confcooperative, Fai, Fedit, Fita, Lega Coop e Trasportunito) e, in più, Unatras. Alla vigilia dell’incontro, il presidente di Unatras (e di Confartigianato trasporti), Amedeo Genedani, ha proposto di far partecipare, al posto di presidente e segretario di Unatras – già presenti come Confartigianato e Fai (il segretario è Pasquale Russo) – due delle tre sigle rimaste fuori. Fiap e Unitai hanno accettato la mediazione, Assotir no (una sorta di preannuncio dell’uscita da Unatras). E così è stato.

Confermati fondo e incentivi

Alla fine, però, il tanto atteso confronto – finalmente davanti ai monitor dalle 14:30 di mercoledì 17 novembre – ha portato due importanti conferme e una serie di impegni che il governo dovrà onorare. Perché di questi tempi diventa importante anche che – alla vigilia della legge di Bilancio 2022 – siano stati confermati i 240 milioni assegnati ogni anno all’autotrasporto, anche se lo stanziamento è strutturale fino al 2024 e dunque sarebbe stato clamoroso cancellarli all’improvviso. Così, nel tran tran abitudinario, le stesse associazioni hanno chiesto che la ripartizione fosse identica a quella degli scorsi anni: 140 per i pedaggi autostradali, 70 per le spese non documentate, 25 per gli investimenti e 5 per la formazione.
Altrettanto importante – sempre dati i tempi – è la conferma che i due decreti da 50 milioni cadauno per gli incentivi al rinnovo del parco camion sono stati firmati del ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, il giorno dopo l’incontro. Si tratta di due provvedimenti di pari entità, ma di diversa durata: il primo finanzia l’acquisto di veicoli ad alimentazione alternativa, in particolare ibridi (diesel/elettrico), elettrici e a carburanti a ridotte emissioni (CNG e LNG) e vanno da un minimo di 4.000 euro per quelli ibridi di massa complessiva da 3,5 a 7 ton fino a 24 mila euro per quelli elettrici oltre le 16 ton, oltre a un contributo di 1.000 euro in caso di rottamazione di un diesel. Il secondo incentiva per il biennio 2021-2022 – con contributi da 3 a 24 mila euro – la rottamazione dei mezzi più inquinanti e la loro sostituzione con veicoli più puliti e più sicuri, riservando in particolare 35 milioni all’acquisto di Euro 6. Alla richiesta delle associazioni, la viceministra si è impegnata a varare al più presto i decreti attuativi.

Autisti, revisioni e intermodalità

Una rapida ricognizione sul Decreto Infrastrutture appena approvato ha permesso di mettere a fuoco altri temi rilevanti, dall’affidamento alle officine private delle revisioni anche di rimorchi e semirimorchi (e le associazioni hanno chiesto di varare in fretta i decreti attuativi), al contributo di 1.000 euro per le spese per patenti superiori e CQC a giovani sotto i 35 anni o a chi riceve il reddito di cittadinanza o altri ammortizzatori sociali. Misura apprezzate dalle associazioni, anche se la ritengono insufficiente, chiedendo di far partire la formazione giovanile fin dagli Istituti tecnici superiori. Proposta che Bellanova ha condiviso, impegnandosi a coinvolgere il ministero della Pubblica Istruzione nella ricerca di soluzioni al problema della carenza di conducenti.
Altro nodo da sciogliere è quello dell’intermodalità. La vice ministra – che era affiancata dal capo Dipartimento del ministero, Mauro Bonaretti, dalla vice Capo di Gabinetto, Maria Teresa Di Matteo, e dal presidente Comitato centrale dell’Albo, Enrico Finocchi – ha ribadito che Marebonus e Ferrobonus saranno resi strutturali e confermati fino al 2028 (anche se qualcuno aveva chiesto di protrarli fino al 2030), ma alla richiesta di trasformarli in un voucher da assegnare agli autotrasportatori anziché agli armatori e agli organizzatori di treni, Bellanova ha risposto che su questo punto sono in corso consultazioni con Bruxelles.

Il regolamento europeo

Con l’Unione europea, del resto, è tuttora aperto il discorso del nuovo regolamento comunitario sull’autotrasporto che entrerà in vigore il 22 febbraio del 2022. Un appuntamento a cui bisogna prepararsi in tempo perché introduce modificazioni rilevanti: dall’estensione delle regole sull’accesso alla professione anche a chi impiega in trasporti internazionali veicoli tra le 2,5 e le 3,5 ton di massa, al rafforzamento delle norme sullo stabilimento per contrastare le società di comodo, all’introduzione nel cabotaggio di una pausa di quattro giorni tra due operazioni, per impedirne un impiego sistematico.
Tutti questi temi – autisti, intermodalità e regolamento europeo, ma anche il nodo dei trasporti eccezionali – saranno comunque approfonditi a breve da un tavolo tecnico, strumento a cui la viceministra intende ricorrere assiduamente, dal momento che, ha detto, «nasce dal mio forte convincimento della necessità di dotarci di luoghi specifici in cui definire proposte e soluzioni mirate costruite e condivise con le Associazioni».

Caro carburante e costi d’esercizio

Così come davanti al tavolo di lavoro sarà approfondito quello che in questo momento è il problema più sentito dagli autotrasportatori: il balzo dei prezzi dei carburanti, con il gasolio salito del 18% dall’inizio dell’anno, il metano raddoppiato in poche settimane e l’AdBlue – additivo per abbattere l’inquinamento nei veicoli più moderni – a prezzi che rischiano di farlo sparire dal mercato.
Genedani ha chiesto di far ricorso al credito d’imposta per abbattere soprattutto i maggiori costi di metano e AdBlue, ma è stato consequenziale sollecitare la ripubblicazione dei costi di esercizio secondo le indicazioni dell’Autorità dei Trasporti e, dunque, aggiornando non solo le tabelle del costo dei carburanti, ma anche quelle – fisse dallo scorso novembre – che riguardando tutte le altre spese, comprese quelle della voce Energia, quella maggiormente colpita da aumenti.
Anche su questo punto, Bellanova ha fornito «ampie rassicurazioni» secondo una nota Fiap, «affermando che la tematica è allo studio degli uffici ministeriali preposti e che, anche in questo caso, a breve ci saranno novità».

La legge di bilancio

La legge di bilancio

La legge di bilancio

Perché, alla fin fine, in questo conflitto che vede, da una parte, la necessità inderogabile di azzerare al più presto l’inquinamento e, dall’altra, l’urgenza altrettanto inderogabile di rilanciare l’economia, l’autotrasporto italiano – ma più in generale l’automotive – sembra il vaso di coccio manzoniano in mezzo ai vasi di ferro. Anfia, Unrae, Federauto, cioè produttori e concessionari italiani e stranieri, ma anche noleggiatori, fonderie, promotori dell’elettrico – in pratica tutte le associazioni che rappresentano in Italia la mobilità sostenibile – si sono dette «incredule» di fronte alla bozza della legge di Bilancio e, di suo, Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae, l’unione dei produttori stranieri di veicoli, ha espresso «forte sconcerto per l’assenza nella bozza della legge di Bilancio di qualsiasi misura a favore dell’automotive».
Genedani l’ha detto chiaro e tondo. Bellanova in uno dei suoi ultimi incontri pubblici con l’autotrasporto aveva invitato il settore «a giocare in attacco insieme per vincere». Il presidente di Unatras ha replicato: «Noi ci stiamo, ma chi ci accompagna in questa transizione? Come possiamo vincere in attacco insieme, se poi nella legge di Bilancio per l’autotrasporto e la gomma c’è poco e niente?».
Quasi in risposta a questi interrogativi, Bellanova ha annunciato che con la prossima legge di Bilancio sarà istituito «un Fondo con risorse disponibili per la strategia di mobilità sostenibile, la lotta al cambiamento climatico, la riduzione delle emissioni, il rinnovo del parco circolante per l’autotrasporto». Se ne sa ancora poco. Si vedrà.

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