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Il porto di Rotterdam prova a gestire i container tramite una tecnologia blockchain

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Si parla tanto di blockchain e in pochi capiscono cosa sia. Il porto di Rotterdam da questa settimana la mette in pratica, tramite un progetto pilota in cui i container vengono movimentati e rilasciati senza codice PIN, sostituito da una nuova applicazione, la Secure Container Release, che al suo posto utilizza un più sicuro (e meno soggetto a frodi) segnale digitale. Lo scopo infatti non è solo quello di rendere più efficiente la gestione dei container, ma anche di movimentarli in modo più sicuro. Tra i partecipanti al progetto ci sono CMA-CGM, Hapag-Lloyd, MSC, ONE-Line, Hutchison Ports ECT Rotterdam, Rotterdam Fruit Wharf, Milestone Fresh, VTO, Portmade e lo sviluppatore di applicazioni T-Mining.
Ogni anno a Rotterdam vengono scaricati milioni di container per essere poi inoltrati verso le destinazioni finali. Raccoglierli e smaltirli è un processo complicato e rischioso. Per semplificarlo – spiega Emile Hoogsteden, Direttore del Commercio dell’Autorità Portuale di Rotterdam – «i diversi partecipanti del progetto utilizzeranno un’applicazione blockchain che consente di organizzare in modo sicuro ed efficiente la procedura di rilascio seguita dalle varie parti della catena».

Come funziona oggi

Ma vediamo come funziona attualmente. Oggi gli autisti di camion che devono ritirare un container presso il terminal devono disporre di un valido titolo per il ritiro, in pratica un’autorizzazione rilasciata da una compagnia di navigazione. Lo spedizioniere ordina poi a una società di trasporto di ritirare il container al terminal. Attualmente, il diritto a ritirare viene confermato al terminal tramite un codice PIN, procedura che richiede una serie di azioni manuali da parte di diversi soggetti e proprio per questo esposta a errori e frodi.

Come funzionerà domani

Il nuovo progetto cambia sistema applicando una tecnologia blockchain. In pratica, l’autorizzazione a ritirare i container invece che su un codice PIN viaggerà su un token digitale con l’aiuto di un’applicazione basata su una blockchain. A Rotterdam, per spiegare come funziona, lo paragonano a una sorta di staffetta: il token è una sorta di testimone digitale che passa senza problemi da una mano all’altra. La tecnologia blockchain impedisce che tale autorizzazione sia rubata o copiata lungo il percorso. E questo rende il processo di rilascio più sicuro per tutti i membri della catena che sono coinvolti nel processo.
L’operatore del terminal può essere sicuro che il contenitore sia rilasciato al conducente corretto, visto che c’è un solo token valido. Inoltre, la procedura non rivela chi ha trattato il token in precedenza e quindi eventuali terzi non hanno accesso a informazioni riservate sulle relazioni commerciali.

Redazione
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La redazione di Uomini e Trasporti

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